Il 90% delle lavoratrici e dei lavoratori risente fortemente dell'aumento dei costi della cassa malati, dell'energia, dei trasporti, dei generi alimentari e degli affitti. A chi percepisce un salario basso non resta quasi niente alla fine del mese. Negli ultimi due anni, una famiglia di 4 persone ha subito una perdita di potere d'acquisto reale di 3000 franchi.
La dura realtà per una commessa qualificata, ad esempio, è che anche dopo anni di attività professionale deve cavarsela con un salario basso di 4000 franchi. Benché il commercio al dettaglio sia in buona salute, le cifre d'affari crescano e il personale renda sempre di più, i salari non tengono il passo e diminuiscono in termini reali.
Nell'industria alberghiera e della ristorazione il personale qualificato e non qualificato abbandona la professione per altri rami che offrono salari migliori e orari di lavoro meno estenuanti.
Anche nelle professioni dell'edilizia la parola d'ordine è: sempre di più e sempre più in fretta. La pressione dei termini di consegna aumenta in modo massiccio. Se i datori di lavoro vogliono trattenere il loro personale qualificato e invogliare i giovani ad abbracciare la professione, sono necessari salari e condizioni di lavoro sensibilmente migliori!
La situazione è leggermente migliore nell'industria orologiera o nell'industria metallmeccanica ed elettrica, dove grazie ai contratti collettivi di lavoro (CCL) il rincaro viene compensato quanto meno per i salari minimi. È certamente positivo per i redditi più bassi, ma per tutti coloro che guadagnano più del salario minimo sussiste un ritardo salariale da colmare.
I contratti collettivi di lavoro sono importanti per ottenere salari minimi più elevati e aumenti salariali generali. Il fatto che un numero crescente di datori di lavoro boicotti le trattative salariali collettive e i CCL e punti invece su aumenti salariali individuali provoca una perdita del potere d'acquisto per la maggior parte delle persone occupate.
Basta pretesti! La mancata compensazione del rincaro, l'aumento dei prezzi e la crescita della produttività del lavoro si traducono in una perdita salariale di quasi il 5%! I salari devono aumentare, e in modo massiccio! Si può fare, e le lavoratrici e i lavoratori se lo meritano da tempo.
Sabato 16 settembre scenderemo in piazza per lanciare un segnale a favore di aumenti salariali generali, buoni contratti collettivi di lavoro e salari minimi dignitosi. Vieni anche tu!