No all’iniziativa per l’«autodeterminazione»
Con la sua iniziativa per l’«autodeterminazione», l’Unione democratica di centro (UDC) minaccia i diritti umani e i diritti dei lavoratori. Le conseguenze di un’approvazione dell’iniziativa sarebbero devastanti per la Svizzera: l’UDC vuole infatti denunciare trattati internazionali che proteggono anche i diritti umani e i diritti del lavoro. È importante che il 25 novembre l’elettorato svizzero bocci questa pericolosa iniziativa.
Con la sua iniziativa «Il diritto svizzero anziché giudici stranieri» (iniziativa per l’«autodeterminazione»), conosciuta anche come «iniziativa anti-diritti umani», l’Unione democratica di centro UDC attacca i diritti umani e i diritti dei lavoratori. In che modo? Vuole smantellare i valori fondamentali dei diritti umani, dell’intesa tra i popoli e dello Stato di diritto.
L’UDC afferma tra l’altro che politici, funzionari e professori non vogliono più che il popolo svizzero abbia l’ultima parola. Secondo il partito gli stessi vorrebbero limitare i diritti del popolo e sosterrebbero che il diritto straniero e i giudici e i tribunali stranieri contano più del diritto svizzero approvato dal popolo e dai Cantoni. Queste affermazioni sono solo sciocchezze che inducono in errore il popolo svizzero.
In Svizzera trova applicazione il diritto svizzero e non decidono giudici stranieri. Una manciata di sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) rappresenta tuttavia una spina nel fianco per l’UDC: la Corte ha esaminato nel dettaglio 17 casi di rinvii ed espulsioni e solo in sette casi ha constatato una violazione da parte della Svizzera. Solo per questo l’UDC vuole mettere in discussione i nostri diritti fondamentali
Trattati internazionali proteggono i nostri diritti
La premessa: onde prevenire le guerre e i conflitti d’interesse, gli Stati negoziano tra di loro e concludono trattati retti dal diritto internazionale quali la Convenzione europea dei diritti dell’uomo o le convenzioni dell’OIL. La Svizzera ha adottato anche in Parlamento questi trattati internazionali che vertono su temi quali i diritti del lavoro e i diritti umani, la libertà sindacale e il divieto di discriminazione.
Brevemente spiegato
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Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) La Convenzione europea dei diritti dell’uomo CEDU è stata fondata nel 1950 da governi democraticamente eletti. Per una buona ragione: i fatti della Seconda guerra mondiale non devono mai più ripetersi. La CEDU protegge i diritti di tutti. Vi rientrano anche la libertà di espressione, la libertà di religione, la libertà di riunione e la libertà di associazione nonché il divieto di discriminazione. La Svizzera ha aderito alla CEDU nel 1974.
Chi può firmare la CEDU? I membri del Consiglio d’Europa. 47 Stati membri hanno adottato la CEDU e tra essi figura anche il Parlamento svizzero.
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) a Strasburgo veglia sul rispetto della CEDU. Fino al 2016 alla Corte sono pervenuti 6564 ricorsi contro la Svizzera. La Corte ha dichiarato irricevibile la maggior parte dei ricorsi. Solo in 172 casi ha emesso una sentenza e in 102 casi ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani ai sensi della CEDU.
È importante sottolineare che la Corte EDU è indipendente dall’UE. Il Consiglio d’Europa elegge i giudici. Quando la Corte tratta un caso svizzero, viene sempre garantita la presenza di un giudice svizzero.
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Organizzazione internazionale del lavoro OIL L’Organizzazione internazionale del lavoro OIL è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite. È l'unica organizzazione delle Nazioni Unite in cui non sono solo i governi ad avere voce in capitolo. I sindacati e i datori di lavoro sono rappresentati su un piano di parità con i governi. Dal 1919 promuove la giustizia sociale e i diritti umani e del lavoro. Le sette norme fondamentali sul lavoro dell'OIL garantiscono i diritti sindacali e i diritti dei lavoratori. Questi diritti sono vincolanti anche in Svizzera. Anche qui l’UDC attacca i nostri diritti minando il diritto internazionale. Le convenzioni OIL n. 87 e 98 garantiscono i diritti sindacali e i diritti dei lavoratori. Con l’iniziativa per l’«autodeterminazione», queste convenzioni di diritto internazionale non saranno più determinanti se verrà approvata un’iniziativa che mira ad attaccarli. In breve, dovrebbero essere denunciati.
Denuncia degli accordi internazionali
Se i tribunali svizzeri o le decisioni politiche svizzere violano il diritto internazionale, gli interessati possono adire i tribunali internazionali. Il diritto internazionale rappresenta quindi uno scudo protettivo necessario ed è la nostra ultima salvaguardia. L’iniziativa vuole sopprimere questo scudo protettivo denunciando gli accordi internazionali che non sono compatibili al 100% con il diritto svizzero. Le conseguenze sarebbero devastanti: perderemmo diritti umani e del lavoro d’importanza centrale e la Svizzera si isolerebbe dal mondo e si comporterebbe in modo non solidale.
In sintesi:
- L’iniziativa per l’«autodeterminazione» compromette i diritti umani e i diritti dei lavoratori.
- Il diritto internazionale lascia intatta la nostra democrazia, perché possiamo pronunciarci tramite referendum e iniziative.
- L’iniziativa attacca il Tribunale federale e con esso lo Stato di diritto svizzero.
- Mira a denunciare trattati internazionali quali la CEDU.
L’iniziativa sferra un attacco diretto ai lavoratori e ai sindacati
Il diritto del lavoro e la libertà sindacale della Svizzera non tengono il passo con gli standard di altri Paesi. I militanti sindacali possono ad esempio contare solo su una pessima protezione contro i licenziamenti abusivi. In simili casi i sindacati adiscono l’OIL. Se l’iniziativa passerà, la corrispondente convenzione dell’OIL potrebbe essere denunciata e i sindacati perderebbero la possibilità di adire le vie legali.
Le Convenzioni dell’OIL e la CEDU tutelano inoltre la nostra libertà di riunione e i diritti sindacali. Il popolo svizzero è chiamato a pronunciarsi il 25 novembre. Il nostro appello: bocciate la pericolosa iniziativa per l’«autodeterminazione» dell’UDC!