I vostri diritti nel commercio al dettaglio
Sei addetta/o alla vendita? Hai spesso domande sulle tue condizioni d'impiego? Unia ha le risposte alle domande che i nostri associati nella vendita pongono più spesso.
Buone ed eque condizioni di lavoro sono essenziali – affrontiamo temi scottanti come le pause, il lavoro a chiamata e la paga!
12 consigli per lavorare nella vendita
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Lavoro su chiamata In questa tipologia di lavoro, le prestazioni lavorative hanno un carattere discontinuo e dipendono dall’attività commerciale. Il numero delle ore di lavoro prestate oscilla mensilmente e non avete diritto a un salario fisso.
Il lavoro su chiamata è uno dei maggiori problemi del commercio al dettaglio. Questa forma di lavoro è sempre più diffusa e ostacola la conciliazione tra vita privata e professionale.
Suggerimento: Chiedete un contratto di lavoro scritto con un grado di occupazione fisso o un numero definito di ore lavorative settimanali.
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Pianificazione del lavoro Il superiore deve comunicare il vostro piano di lavoro con almeno due settimane di anticipo, come prescrivono la legislazione sul lavoro (art. 69 OLL 1) e i CCL dei grandi distributori del commercio al dettaglio. Può modificare il piano di lavoro a breve termine solo in casi eccezionali e deve limitarsi alle emergenze.
Suggerimento: Chiedete i vostri piani di lavoro con almeno due settimane di anticipo. Se siete in difficoltà possiamo aiutarvi.
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Pause Si distinguono due tipi di pause: le brevi «pause caffè» del mattino e del pomeriggio (con una durata di 10, 15 o 20 minuti) e la pausa pranzo più lunga. Durante le «pause caffè» i dipendenti possono allontanarsi dalla postazione di lavoro.
A norma di legge (art. 15 LL), le pause del pomeriggio devono essere accordate come segue:
- 15 minuti da 5 1/2 ore di lavoro
- 30 minuti da 7 ore di lavoro
- 60 minuti da 9 ore di lavoro
Buono a sapersi: Durante le pause potete allontanarvi dalla postazione di lavoro. Laddove non fosse possibile, la pausa va considerata tempo di lavoro retribuito.
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Protezione della salute e sicurezza sul lavoro Lo stress e la fatica fisica fanno ammalare – ecco perché la legge prescrive ai datori di lavoro di proteggere la vostra salute (art. 6 LL). Inoltre, avete voce in capitolo su tutti gli aspetti che riguardano la protezione della salute, la sicurezza sul lavoro e l'organizzazione degli orari di lavoro. Secondo la legge (art. 10 Legge sulla partecipazione e art. 6 OLL 3), il datore di lavoro deve ascoltarvi e prendere in considerazione le vostre argomentazioni prima di prendere una decisione.
Dite la vostra!
In questi ambiti la legge vi conferisce il diritto di essere consultati (art. 6 OLL 3 e art. 48 LL):
- l'allestimento delle postazioni di lavoro
- la definizione delle condizioni di lavoro,
- l'installazione delle macchine,
- l'organizzazione degli orari di lavoro,
- l'elaborazione dei piani di lavoro.
Protezione della salute presso le casse SCO
- Chiedete che vi sia messo a disposizione un posto a sedere accanto alle casse SCO, ne avete diritto (art. 24 OLL 3).
- Avete il diritto di alternare il lavoro in piedi e da seduti (art. 24. OLL 3).
- Chiedete di sorvegliare meno casse e di cambiare la postazione di lavoro ogni due ore.
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Salario Il vostro salario deve essere trasferito sul vostro conto al più tardi l'ultimo giorno del mese. Se siete impiegati a retribuzione oraria, il datore di lavoro può versarvi il salario il 10 o il 15 del mese, a condizione che sia stato convenuto.
Il commercio al dettaglio non prevede un salario minimo, a meno che non siate sottoposti a un CCL, un accordo aziendale o una legge cantonale in materia di salari minimi. La tredicesima mensilità non è obbligatoria, ma diffusa in molte aziende svizzere.
Lavoro a retribuzione oraria: le disposizioni in uso presso Coop
Se lavorate a retribuzione oraria presso Coop, avete la possibilità di richiedere per iscritto un contratto a salario mensile. Ne avete diritto se nell'arco di un anno avete lavorato in media almeno al 50% (art. 3.3 CCL Coop).
Suggerimento: In caso di ritardi nel versamento del salario – ovvero al più tardi dopo il 10 del mese seguente – fate valere quanto prima il vostro diritto per iscritto.
Buono a sapersi: Se il vostro nome figura sul piano di lavoro, ma il datore di lavoro rinuncia al vostro lavoro, avete comunque diritto al salario. Questo vale anche se il vostro superiore vi manda a casa prima della fine del turno perché c'è troppo poco lavoro.
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Gravidanza e parto Per ragioni di salute, è opportuno che le donne incinte informino in tempi relativamente brevi il datore di lavoro della gravidanza. Per tutta la durata della gravidanza e fino a 16 settimane dopo il parto, il datore di lavoro non può disdire il rapporto di lavoro.
Tuttavia, durante il periodo di prova (ovvero di regola nei primi tre mesi di lavoro) le donne incinte non beneficiano della protezione legale prevista contro il licenziamento.
A norma di legge, nelle 14 settimane che seguono il parto le donne hanno diritto al versamento dell'80% del salario, ma al massimo a 196 franchi al giorno. Inoltre, la legge tutela la salute delle donne incinte e delle madri che allattano. Ai padri spetta un congedo di due settimane, pagato all'80%.
Spesso i contratti collettivi di lavoro prevedono condizioni migliori:
- nel CCL Coop il congedo di maternità è di 18 settimane al 100% del salario
- e il congedo di paternità è di 15 giorni al 100% del salario.
Suggerimento: Vi sconsigliamo vivamente di licenziarvi durante la gravidanza, perché in tal caso non avreste diritto all'indennità di maternità.
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Malattia Certificato medico
Dopo tre giorni consecutivi di assenza per malattia siete tenuti a presentare un certificato medico, a meno che il contratto o l'accordo aziendale non disponga diversamente. Il certificato medico informa sulla durata, il grado e le cause dell'incapacità lavorativa. Tutte le altre informazioni rientrano nella sfera privata. Tuttavia dovete avvertire il datore di lavoro già il primo giorno della vostra incapacità lavorativa.
Versamento del salario in caso di malattia
Il datore di lavoro può stipulare un'assicurazione di indennità giornaliera di malattia (IGM) per il personale. Se l'azienda dispone di un'assicurazione IGM, il datore di lavoro assume almeno la metà dei premi dell'assicurazione, il resto è a vostro carico.
Di regola, a seconda della protezione assicurativa, è versato l'80% del salario per 720 giorni. Per sapere se siete assicurati, verificate le detrazioni sul vostro conteggio salariale. Anche il contratto di lavoro può contenere delle disposizioni in materia. Se il vostro datore di lavoro non è assicurato, deve comunque versarvi il salario per almeno tre settimane (art. 324a CO).
Unia rivendica l'introduzione generalizzata di un'assicurazione di indennità in caso di malattia per tutti.
Suggerimento: Informatevi presso il vostro datore di lavoro sull'assicurazione d'indennità giornaliera in caso di malattia e sulle disposizioni in vigore, ad esempio sui giorni di attesa.
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Malattia di un figlio o di un familiare Per accudire i vostri figli malati, a norma di legge (art. 36 LL) avete diritto a tre giorni di congedo per caso di malattia.
Per prendervi cura dei vostri familiari e dei partner di concubinato malati o infortunati, avete diritto a un massimo di 10 giorni all'anno in conformità al Codice delle obbligazioni (tre giorni per evento) (art. 329h CO). Per usufruire del congedo dovete presentare un certificato medico. Il datore di lavoro non può aggiungere queste assenze ai vostri giorni di malattia o ad altre assenze.
Buono a sapersi
Il limite massimo di 10 giorni vale esclusivamente per l'assistenza a un familiare o al partner convivente, ma esclude espressamente l'accudimento dei figli (art. 36 cpv. 3 e 4 LL). Ciò significa che potete prendervi cura dei vostri figli malati senza dover usufruire dei dieci giorni di congedo di assistenza.
Figli gravemente malati o infortunati
I genitori che accudiscono un figlio con gravi problemi di salute a seguito di una malattia o di un infortunio hanno diritto a un'indennità di assistenza finanziata tramite l'assicurazione per perdita di guadagno. Il congedo di assistenza dura al massimo 14 settimane nell'arco di un termine quadro di 18 mesi (art. 329i CO). Dall'inizio del congedo di assistenza si applica una protezione contro il licenziamento di sei mesi. Inoltre, il datore di lavoro non ha il diritto di ridurre le vacanze.
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Sorveglianza sul posto di lavoro Videocamere sul posto di lavoro
Una sorveglianza permanente vi mette sotto pressione e nuoce alla vostra salute. Per questa ragione il datore di lavoro è tenuto a orientare le videocamere in modo da riprendervi solo marginalmente. Inoltre avete il diritto di essere consultati per quanto riguarda l'orientamento e le impostazioni delle videocamere nonché lo scopo della videosorveglianza.
Controllo delle borse
Il datore di lavoro può controllare la vostra borsa solo con il vostro consenso. Solo in presenza di un sospetto concreto può controllarvi in maniera più approfondita. In tali casi avete il diritto di richiedere la presenza della polizia.
Test d'acquisto / mystery shopping
I mystery shopper controllano in incognito le commesse e i commessi nei negozi. Dapprima, tuttavia, il datore di lavoro deve informarvi sui test d'acquisto, sul loro scopo e sui criteri che vengono applicati. Deve inoltre sottoporvi i risultati dei test entro due settimane.
Difendete i vostri diritti!
Se il datore di lavoro non rispetta il vostro diritto di essere consultati è punibile. Per qualsiasi domanda, vogliate rivolgevi a Unia.
Buono a sapersi: Il vostro superiore gerarchico di lavoro deve informarvi sui dati che raccoglie, sulle persone che vi hanno accesso e sullo scopo dei dati raccolti. Avete inoltre il diritto di consultare i vostri dati personali, correggerli e farli cancellare. Il datore di lavoro è tenuto a cancellare i vostri dati al più tardi al momento della vostra uscita e non può trasmetterli a terzi.
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Abiti da lavoro Le disposizioni in materia di abbigliamento sul posto di lavoro sono un tema ricorrente nel commercio al dettaglio. Alcuni datori di lavoro proibiscono un certo tipo di abiti, altri prescrivono in dettaglio l'abbigliamento consentito sul lavoro. Purtroppo la legislazione non prevede alcuna regolamentazione sull'abbigliamento consentito sul posto di lavoro.
Se il vostro datore di lavoro vi impone un determinato tipo di abbigliamento, deve
- mettere a disposizione gli abiti richiesti e assumerne i costi,
- versarvi un’indennità destinata all'acquisto degli abiti
- o concedervi uno sconto sugli abiti dell'assortimento del negozio.
Alcuni CCL prevedono delle disposizioni in materia di abbigliamento da lavoro.
Buono a sapersi: Se per motivi di igiene siete tenuti a cambiarvi sul posto di lavoro, il tempo necessario deve rientrare nell'orario di lavoro.
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Errori di cassa Nel commercio al dettaglio possono verificarsi errori di cassa. Il datore di lavoro deve farsi carico del rischio legato a tali errori. Se si verifica un simile errore, il datore di lavoro non può detrarvi l'ammanco di cassa dal salario.
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Lavoro senza luce naturale La luce naturale è importante per la salute. Molti dipendenti del commercio al dettaglio tuttavia lavorano tutto il giorno senza luce naturale.
Per queste postazioni di lavoro sono previste misure speciali:
- apertura di finestre ostruite (ad es. levando decorazioni o tende oscuranti)
- rotazione con postazioni di lavoro esposte alla luce naturale
- pause supplementari retribuite di 20 minuti ogni mezza giornata di lavoro senza luce naturale
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