Il 2024 sarà un anno decisivo per il futuro della previdenza per la vecchiaia. Sono ben tre gli oggetti su cui saremo chiamati a esprimerci: la nostra iniziativa AVS x 13, la riforma LPP 21 della maggioranza parlamentare borghese e l’iniziativa sulle pensioni dei Giovani PLR. La posta in gioco è rafforzare la nostra AVS solidale, fermare lo smantellamento sociale nella previdenza per la vecchiaia e impedire ulteriori peggioramenti delle rendite.
75 anni fa i nostri nonni e i nostri bisnonni hanno creato qualcosa di grandioso: l’AVS, il nostro principale sistema di sicurezza sociale. Insieme alla LPP, la rendita AVS mira a garantire una sicurezza finanziaria di base dopo il pensionamento anche per chi non è riuscito ad accumulare grandi patrimoni. Come stabilisce l’art. 113 della Costituzione federale, la rendita di base deve consentire «l’adeguata continuazione del tenore di vita abituale». Dobbiamo finalmente attuare questo mandato costituzionale e non continuare a ignorarlo, come invece vogliono i borghesi.
L’obiettivo formulato dalla Costituzione federale di un’AVS in grado di coprire il minimo vitale è ancora lungi dall’essere raggiunto. Oggi il potere d’acquisto delle rendite sta crollando per effetto del rincaro. E ciò che resta viene divorato dai premi delle casse malati, che il prossimo anno aumenteranno dell’8,7%. A tante pensionate e tanti pensionati già oggi non resta quasi niente per vivere. Il problema colpisce soprattutto le donne. Poiché oggi guadagnano un terzo in meno degli uomini, le loro pensioni sono spesso terribilmente basse. La maggior parte delle donne deve infatti cavarsela con una rendita mensile ben inferiore ai 3000 franchi. Entro la fine del 2024, a causa del rincaro tutte le pensionate e tutti i pensionati perderanno un’intera mensilità in termini reali. È intollerabile! Adesso urge una 13esima mensilità AVS che garantisca che l’ammanco nelle tasche delle pensionate e dei pensionati non si aggravi ulteriormente. Questa mensilità supplementare si traduce in un aumento immediato delle rendite pari all’8,3%. La tredicesima mensilità AVS può compensare l’erosione del potere d’acquisto e quindi arriva proprio nel momento giusto!
La svolta dei tassi d’interesse è sulla bocca di tutti. L’aumento degli affitti dimostra che è una realtà. Ma finora abbiamo atteso invano una svolta dei tassi d’interesse nel secondo pilastro. Dato che il Consiglio federale negli ultimi anni tiene basso il tasso d’interesse minimo, il capitale di vecchiaia perde costantemente valore. A differenza dell’AVS, le rendite delle casse pensioni non sono, infatti, soggette alla compensazione del rincaro. E adesso la riforma LPP 21 vorrebbe anche abbassare il tasso di conversione dal 6,8% al 6%? Va decisamente nella direzione sbagliata. Un anno fa i fautori dell’AVS 21 avevano promesso alle donne che dopo l’innalzamento dell’età pensionabile sarebbero aumentate anche le loro rendite. La LPP 21 non prevede nulla di tutto ciò! Invece di migliorare la situazione delle donne e delle persone con salari bassi, in molti casi abbasserebbe le rendite, nonostante l’aumento delle deduzioni salariali. Pagare di più per rendite più basse? Non ci stiamo!
L’inaudita iniziativa sulle pensioni dei Giovani PLR è interamente focalizzata sullo smantellamento sociale. Chiede un ulteriore innalzamento dell’età di pensionamento. Si tratta di un tipico tentativo di smantellamento della cerchia delle grandi banche, delle compagnie assicurative e dei loro rappresentanti politici, che dall’introduzione dell’AVS si sfidano a colpi di previsioni pessimistiche sui presunti problemi dell’AVS, senza che questi si siano mai concretizzati. L’obiettivo di questi allarmismi era ed è indebolire il nostro sistema di sicurezza sociale più importante e solidale. L’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e oltre porterebbe le lavoratrici i lavoratori a lavorare fino allo sfinimento. Chi guadagna di più potrebbe invece continuare a permettersi un pensionamento anticipato. Unia si oppone con determinazione a questa divisione di classe e a quest’erosione dell’AVS!
Alle urne: un SÌ e due NO. Nel 2024 adottiamo le scelte strategiche giuste per il nostro futuro!