Il problema del dumping salariale

In Svizzera il dumping salariale è all’ordine del giorno. A intervalli regolari, vengono resi pubblici scandalosi casi di dumping salariale. Ma è solo la punta dell’iceberg. Il dumping salariale è un problema esteso a tutta la Svizzera e che in molti rami professionali è sfuggito completamente di mano. È pertanto indispensabile un inasprimento delle misure di accompagnamento.

Se il dumping salariale diventa la regola, ciò nuoce a tutti i lavoratori. Il dumping salariale innesca una spirale negativa che mette sotto pressione tutte le imprese, i posti di lavoro e i salari. Ne consegue che le imprese oneste devono tagliare posti di lavoro e di formazione e abbassare i salari.

Necessità di strumenti efficaci contro il dumping salariale

In Svizzera, spetta alle autorità imporre il rispetto delle condizioni salariali e di lavoro vigenti. Ma gli strumenti per combattere il dumping salariale sono insufficienti. Anche se vengono colte sul fatto, le imprese inadempienti possono continuare a violare le disposizioni quasi impunemente. Non devono temere serie conseguenze. Sono pertanto indispensabili misure efficaci per contrastare il dumping salariale.

Le nostre rivendicazioni conto il dumping salariale

Unia rivendica un rafforzamento delle misure di accompagnamento perché, a dispetto dei provvedimenti oggi in vigore, assistiamo ad un peggioramento delle condizioni di lavoro svizzere e ad un aumento del dumping salariale. Unia rivendica i seguenti miglioramenti per rafforzare la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori:

La procedura di conferimento dell’obbligatorietà generale deve essere semplificata. Un CCL dichiarato di obbligatorietà generale è vincolante per tutti i lavoratori e le lavoratrici di un ramo professionale e non solo per il personale delle aziende affiliate ad un’associazione padronale contraente. Un CCL può essere dichiarato di obbligatorietà generale quando il 50% delle aziende è organizzato in un’associazione padronale contraente. Tale percentuale (il cosiddetto quorum) dev’essere ridotta.

In presenza di gravi violazioni delle condizioni lavorative e/o salariali, gli ispettori devono poter disporre l’immediata sospensione dei lavori fino al raggiungimento di una soluzione soddisfacente.

I sindacati e gli altri partner devono avere accesso ai posti di lavoro per eseguire controlli volti a verificare eventuali irregolarità.

Il personale e i fiduciari dei sindacati svolgono un ruolo chiave nell’ottica dei controlli delle condizioni di lavoro. Per poter svolgere i loro compiti devono però essere tutelati contro licenziamenti e repressioni.

La Confederazione e i Cantoni devono svolgere un ruolo attivo nella stipulazione di CCL e CNL grazie alla facoltà di obbligare le parti sociali di un ramo professionale a condurre tali trattative. La collabo¬razione tra Commissioni paritetiche e Cantoni dev’essere migliorata.

Le commesse e gli appalti pubblici devono prevedere criteri chiari in materia di condizioni lavorative e salariali. Gli appaltatori devono soddisfare tali criteri. Le imprese che non soddisfano le condizioni previste devono essere escluse dall’aggiudicazione di commesse e appalti.

La Confederazione deve aumentare il suo finanziamento allo scopo di garantire l’esecuzione dei controlli necessari in materia di condizioni lavorative e salariali. Le odierne sanzioni di CHF 5000.- sono troppo basse e non hanno alcun effetto dissuasivo.