In Svizzera non è previsto alcun salario minimo legale a livello nazionale. Ma i Cantoni e i Comuni possono prescrivere dei salari minimi. Alcuni lo hanno già fatto. Il Parlamento federale sta ora tentando di abolirli nuovamente.
Nei Cantoni di Neuchâtel, Giura, Ticino e Basilea Città si applicano salari minimi cantonali. Sono stati introdotti in seguito all’approvazione di iniziative cantonali. Anche le Città di Zurigo e di Winterthur hanno approvato iniziative simili. L’introduzione viene tuttavia ritardata a causa delle opposizioni presentate dalle associazioni padronali.
Altre iniziative a favore di un salario minimo sono già state presentate nei Cantoni di Friburgo, Vaud, Vallese e ancora una volta in Ticino nonché nelle Città di Berna, Bienne e Sciaffusa. Nella Città di Lucerna il salario minimo è già stato approvato. In altri Cantoni e Città sono in corso discussioni.
Introduzione: 2021
Importo: (dal 1° gennaio 2025)
CHF 22.00/ora CHF 4004/mese (42 ore)
Prossimo adeguamento: 1.1.2026
Maggiori informazioni
Introduzione: 2020
CHF 24.48/ora CHF 4455/mese (42 ore)
Introduzione: 2018
CHF 21.40/ora CHF 3895/mese (42 ore)
Introduzione: 2026
Importo: almeno CHF 22.00/ora
Introduzione: 2017
CHF 21.31/ora CHF 3878/mese (42 ore)
Importo: (dal 1° dicembre 2024)
CHF 20.00–20.50/ora CHF 3640/mese (42 ore)
Introduzione: 2023*
Importo:
CHF 23.00/ora CHF 4186.-/mese (42 ore)
* i ricorsi inoltrati dall’Unione delle arti e mestieri ritardano l’introduzione del salario minimo sia a Winterthur sia a Zurigo.
CHF 23.90/ora CHF 4349.- /mese (42 ore)
I salari minimi cantonali sono periodicamente sottoposti agli attacchi di datori di lavoro e partiti borghesi. Il Parlamento sta discutendo una legge nazionale che abbassa i salari, minando i salari minimi legali in vigore. Il Consiglio nazionale ha già approvato questo progetto di legge estremamente pericoloso, mentre la decisione del Consiglio degli Stati è attesa in autunno 2025.
La legge che abbassa i salari stabilisce che le retribuzioni previste dai contratti collettivi di lavoro dichiarati di obbligatorietà generale (CCL DOG) prevalgano in ogni caso sui salari minimi cantonali e comunali, anche qualora siano inferiori.
Ne conseguirebbe innanzitutto una riduzione dei salari. A Ginevra, una parrucchiera diplomata con tre o più anni di esperienza professionale potrebbe perdere fino a 250 franchi al mese, mentre un’impiegata semiqualificata del ramo delle lavanderie ne perderebbe persino più di 350. Persino un responsabile di team dovrebbe cavarsela con 200 franchi in meno. Nell’industria alberghiera e della ristorazione le prospettive non sono migliori: una dipendente con un certificato federale di formazione pratica perderebbe oltre 200 franchi e una collega non qualificata con una formazione Progresso vedrebbe il suo salario ridursi persino di oltre 300 franchi al mese.
Allo stato attuale (luglio 2025), le lavoratrici e i lavoratori dei Cantoni di Ginevra e Neuchâtel otterrebbero salari più bassi soprattutto nei rami professionali coperti dai seguenti CCL:
Se anche il Consiglio degli Stati approverà il progetto, la legge potrà essere contestata con un referendum. Fino ad allora i salari minimi cantonali e comunali restano in vigore.
La legge che abbassa i salari si prefigge di ridurre le retribuzioni proprio di coloro che già ora hanno poco per vivere. Inoltre, mette in discussione la volontà popolare (l’elettorato dei Cantoni che prevedono un salario minimo) e vuole privare i Cantoni delle loro competenze in materia di politica sociale.
In particolare, però, l’intervento parlamentare pregiudica il vero obiettivo dei contratti collettivi di lavoro, ossia migliorare le condizioni di lavoro, non certo peggiorarle!
Ci opporremo a questo attacco insieme alle lavoratrici e ai lavoratori colpiti e continueremo a batterci a favore di salari che permettono di condurre una vita dignitosa.