Ennesimo attacco ai salari minimi cantonali

La foto mostra un'azione di strada con attivisti di Unia vestiti di rosso e con bandiere di Unia. Uno striscione recitava “Basta lavoro povero! Più salario e più rispetto per il nostro lavoro”.
L’attuazione della mozione Ettlin distruggerebbe i fondamenti della democrazia diretta, con l’unico scopo di consentire al padronato di versare salari da fame
La mozione Ettlin ha lo scopo di far prevalere i salari minimi previsti da un contratto collettivo di lavoro dichiarato di obbligatorietà generale (CCL DOG) sui salari minimi sanciti dal diritto cantonale. La sua attuazione distruggerebbe i fondamenti della democrazia diretta, con l’unico scopo di legittimare il versamento di salari da fame.

Dietro la mozione intitolata «Proteggere il partenariato sociale da attacchi inaccettabili» del Consigliere agli Stati Erich Ettlin si cela un’offensiva diretta contro i salari minimi cantonali, le competenze dei Cantoni e la volontà popolare.

Il deputato chiede al Consiglio federale una modifica della legge federale per fare in modo che i salari minimi previsti da un contratto collettivo di lavoro dichiarato di obbligatorietà generale (CCL DOG) prevalgano sui salari minimi sanciti dal diritto cantonale.

Un totale disprezzo della dignità e della parità

Per un elevato numero di lavoratrici e lavoratori dei Cantoni di Ginevra e di Neuchâtel l’attuazione della mozione comporterebbe una perdita di salario che potrebbe anche raggiungere i 1000 franchi al mese. Attualmente le occupate e gli occupati dell’industria alberghiera e della ristorazione, dei saloni di parrucchiere, delle pulizie e di altri rami a basso salario traggono un notevole beneficio dai salari minimi cantonali.

L’attuazione della mozione Ettlin condannerebbe le persone occupate in questi rami professionali, per la maggior parte donne, alla precarietà.

Un attacco alla democrazia diretta e al federalismo

Una tale modifica legislativa rimetterebbe in discussione le competenze conferite ai Cantoni in virtù della Costituzione e del federalismo. Inciderebbe sulla ripartizione delle competenze stabilita dalla Costituzione intaccando la sovranità dei Cantoni.

Disconoscerebbe inoltre la volontà popolare dell’elettorato dei Cantoni che si sono dotati di salari minimi. Contestare la loro scelta di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori condizioni di vita dignitose equivale a minare la democrazia diretta.

Il Parlamento deve respingere questo tentativo di smantellamento

Ora che il Consiglio federale ha trasmesso il progetto di legge al Parlamento, la palla passa ai parlamentari, che devono opporsi a questo progetto antidemocratico e antisociale. Devono respingere una proposta che è già stata bocciata sia dal Consiglio federale sia dalla quasi totalità dei Cantoni.

Unia si avvarrà di tutti gli strumenti a sua disposizione per salvaguardare le conquiste sociali e impedire qualsiasi forma di degrado delle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori in Svizzera.