Il Contratto nazionale mantello (CNM) disciplina le condizioni di lavoro di circa 80'000 edili in Svizzera. Il contratto scade alla fine dell’anno e deve essere rinegoziato. Regola anche le condizioni di lavoro dei minatori e dei costruttori di gallerie.
L’edilizia sta affrontando una grave carenza di manodopera, provocata dalle crescenti pressioni, dalle sempre maggiori difficoltà a conciliare il lavoro nell’edilizia e la vita privata e dai salari stagnanti. La crisi della manodopera è particolarmente marcata nella costruzione di gallerie, dove la ricerca di manodopera specializzata è oggetto di una dura competizione anche a livello internazionale. Rispetto ai Paesi vicini, la piazza Svizzera sta perdendo sempre più attrattiva a causa delle condizioni di lavoro offerte nell’edilizia. Di conseguenza, sempre più lavoratori edili lasciano la Svizzera e le imprese edilizie sono alla disperata ricerca della manodopera qualificata necessaria per realizzare importanti progetti infrastrutturali.
«Se il duro lavoro non è più redditizio e la SSIC esige che gli edili lavorino di più in cambio di meno soldi, non stupisce che sempre meno minatori e costruttori di gallerie vogliano lavorare in Svizzera. Il tempo stringe: urgono miglioramenti», mette in guardia Chris Kelley, coresponsabile del settore Edilizia del sindacato Unia.
Gli edili hanno formulato chiare rivendicazioni per le trattative per il rinnovo del loro CNM. In particolare, chiedono:
Le trattative sono in corso dall’inizio dell’estate. Non si profila tuttavia un’intesa. Al contrario: invece di tendere la mano per garantire condizioni più vantaggiose, la SSIC chiede giornate lavorative ancora più lunghe in cambio di una paga inferiore. Più del doppio delle ore supplementari con una retribuzione inferiore, il lavoro su chiamata e il sabato come normale giornata lavorativa senza supplemento: queste sono solo alcune delle rivendicazioni degli impresari costruttori. Vogliono anche poter mettere alla porta più rapidamente gli over 55 e consentire i licenziamenti durante una malattia o un infortunio.
Particolarmente irritante per il ramo della costruzione di gallerie è il fatto che l’atteggiamento ostruzionistico dei vertici della SSIC prevale nonostante i colloqui diretti costruttivi condotti con le imprese edili coinvolte nel progetto del San Gottardo. Queste aziende hanno urgente bisogno di soluzioni durature.
Oggi martedì i minatori e i costruttori della galleria hanno incrociato le braccia in segno di protesta sia ad Airolo che a Göschenen. I lavoratori si sono poi riuniti ad Airolo per partecipare all’assemblea di protesta congiunta. I minatori si uniscono così all’ondata di protesta nazionale che investe l’edilizia nell’ambito del rinnovo del Contratto nazionale mantello
Dopo che lunedì i lavoratori edili delle costruzioni e del genio civile hanno incrociato le braccia in tutto il Ticino, l’odierna giornata di protesta al San Gottardo segna la seconda tappa di un movimento nazionale nell’edilizia. Nelle prossime settimane seguiranno altre agitazioni sindacali in altre regioni: il 31 ottobre a Berna, il 3 e 4 novembre in tutta la Romandia, il 7 novembre nella Svizzera nordoccidentale e il 14 novembre a Zurigo e in altre parti della Svizzera tedesca.
Se la SSIC continuerà a non voler trovare soluzioni alla crisi del personale, nell’edilizia si prospetta un conflitto di lavoro lungo e duro.
Link Immagini per i media (le immagini vengono aggiornate regolarmente): http://unia-mediendatenbank.staempfli.com/?w=peH41siIXX
Comunicato stampa dei sindacati Unia e Syna
Sindacato Unia 2025