Dopo le prime grandi giornate di protesta in Ticino (il 20 ottobre) e a Berna (il 31 ottobre), l’ondata di mobilitazione si è estesa a tutta la Svizzera romanda, con mobilitazioni decentralizzate organizzate nella giornata di ieri a Losanna, Ginevra, La Chaux-de-Fonds e Friburgo. Oggi gli edili di tutti i Cantoni romandi si sono dati appuntamento a Losanna per una dimostrazione di forza nelle strade della capitale vodese.
Il Contratto nazionale mantello per l’edilizia principale (CNM), che disciplina le condizioni di lavoro di circa 80'000 edili, scade a fine anno e deve essere rinegoziato dai sindacati e dalla SSIC. Le trattative sono in corso da mesi, ma non si profila ancora una soluzione. Gli edili sono in collera e hanno manifestato per le strade di Losanna scandendo a gran voce le loro rivendicazioni.
Nico Lutz, responsabile Unia della delegazione sindacale alle trattative, spiega i motivi della mobilitazione: «Agli edili non è mai stato regalato nulla. Il loro lavoro è molto faticoso e pericoloso. Il settore è caratterizzato da una grave carenza di giovani leve, molta pressione dovuta ai tempi di consegna serrati e giornate lavorative interminabili. Dobbiamo porre rimedio a questa situazione, se vogliamo che la professione abbia un futuro. I lavoratori edili meritano di vedere i loro figli la sera quando rientrano dal lavoro. Oggi non riescono a farlo a causa delle giornate lavorative interminabili e dei lunghi tempi di viaggio».
Per garantire un futuro al loro ramo professionale, gli edili chiedono:
Invece di rispondere alle legittime rivendicazioni dei lavoratori edili, la direzione della SSIC ha preferito giocare la carta della provocazione, chiedendo giornate lavorative ancora più lunghe, riduzioni salariali e la possibilità di licenziare più rapidamente i lavoratori più anziani. Per Michele Aversa, coresponsabile dell’Edilizia di Syna, «queste richieste padronali non tengono conto della realtà, considerando la grave carenza di manodopera che affligge il settore ed è unanimemente riconosciuta. Oggi un edile su due abbandona la professione».
Gli edili continueranno la loro mobilitazione finché non saranno ascoltati. Dopo le prime grandi giornate di protesta in Ticino il 20 ottobre, a Berna il 31 ottobre, in tutta la Svizzera romanda con mobilitazioni decentralizzate a Ginevra, Losanna, Friburgo e La Chaux-de-Fonds il 3 novembre e con una manifestazione congiunta a Losanna il 4 novembre, la mobilitazione proseguirà nella Svizzera nordoccidentale il 7 novembre e a Zurigo, dove ha sede la SSIC, il 14 novembre.
Comunicato stampa dei sindacati Unia e Syna
Sindacato Unia 2025