L'ondata nazionale di protesta dei lavoratori edili ha raggiunto Berna

«Senza di noi i cantieri sono fermi!» – le proteste nazionali degli edili sono approdate a Berna. Il messaggio ai vertici degli impresari costruttori è inequivocabile: nell'edilizia urgono giornate lavorative più corte e orari di lavoro più compatibili con la vita privata.

Dopo il Ticino, l'ondata di protesta dell'edilizia ha raggiunto oggi anche Berna. Circa lavoratori edili provenienti da Berna, Bienne/Soletta e dall'Oberland bernese hanno protestato a gran voce per i loro diritti e la loro dignità. In una votazione sulla Waisenhausplatz hanno deciso di continuare la lotta, qualora entro la fine dell'anno non si trovasse una soluzione ai problemi esistenti nell'edilizia.

Gli impresari costruttori bloccano le trattative

Il Contratto nazionale mantello (CNM) per l’edilizia principale, che disciplina le condizioni di lavoro nell'edilizia, scade alla fine dell'anno e deve essere rinegoziato. Nelle cinque tornate negoziali previste, gli impresari costruttori si sono però opposti a tutti i miglioramenti attesi da tempo. 

Urgono orari di lavoro compatibili con la vita privata

Orari di lavoro accettabili sono la chiave per combattere la crisi del personale nell'edilizia. Sono la premessa per una soluzione all'attuale conflitto di lavoro. Le giornate lavorative troppo lunghe, che rendono difficile condurre una vita familiare e privata normale, spingono sempre più lavoratori edili ad abbandonare il ramo – un muratore su due lascia la professione! 

I lavoratori edili rivendicano pertanto:  

  • stop al tempo di viaggio non retribuito fino al cantiere;
  • pausa mattutina retribuita: in altre professioni è una realtà da tempo;
  • giornate lavorative più corte: otto ore di duro lavoro bastano;
  • compensazione del rincaro garantita per salvaguardare il potere d'acquisto. 

Lavorare più a lungo per un salario più basso? Non ci stiamo!

Benché gli impresari costruttori riconoscano l'attuale carenza di manodopera specializzata, si rifiutano ostinatamente di negoziare soluzioni alla crisi di personale. Al contrario, presentano richieste inaccettabili quali la settimana lavorativa fino a 50 ore, più del doppio delle ore supplementari senza indennità rispetto ad oggi, il lavoro su chiamata, meno salario per il lavoro il sabato e tagli salariali fino al 25% per gli edili qualificati nei primi cinque anni dopo la conclusione dell'apprendistato. Inoltre, i lavoratori malati o infortunati e i dipendenti di lunga data che hanno superato i 55 anni potrebbero essere licenziati più facilmente.

Peggioramenti così radicali, ma anche il protrarsi degli attuali problemi sono inaccettabili per i lavoratori edili! Continueranno a lottare per i lori diritti.

Seguiranno ulteriori astensioni dal lavoro il 3 e 4 novembre in tutta la Svizzera romanda, il 7 novembre nella Svizzera nordoccidentale e il 14 novembre a Zurigo e in altre regioni della Svizzera tedesca.