Le donne lavorano troppo e guadagnano troppo poco

Una sveglia rosa a doppia campana in stile retrò su uno sfondo rosa. Le lancette segnano quasi le dodici. La sveglia simboleggia questa rivendicazione: più tempo per vivere, per la famiglia e per il riposo - una richiesta centrale dell'8 marzo, la giornata internazionale dei diritti delle donne
Le donne chiedono più tempo per vivere! Nella giornata dell’8 marzo, le donne si battono per orari di lavoro più brevi, parità salariale e il riconoscimento del lavoro di cura e assistenza non retribuito. (Immagine: AdobeStock)
Le analisi salariali lo dimostrano: le aziende ignorano la disparità salariale e il mandato della legge sulla parità dei sessi. Il divario retributivo che colpisce le donne genera povertà e dipendenza economica. Ci vuole una riduzione dell’orario di lavoro settimanale per tutte e tutti!

I risultati delle analisi della parità salariale sono sconfortanti: un quinto delle aziende non ha effettuato alcuna analisi, un terzo non ha disposto una verifica dell’analisi effettuata e la metà non ha pubblicato i risultati. La revisione della legge non ha praticamente arginato i divari retributivi discriminatori e le aziende non rispettano una legge che è comunque insufficiente. È scandaloso!

Urge una nuova revisione della legge sulla parità

Come parte della Coalizione contro la discriminazione salariale, Unia critica aspramente l’inadeguatezza delle disposizioni di legge. Unia chiede:

  • l’obbligo per tutte le aziende di effettuare regolarmente un’analisi della parità salariale, a prescindere dalle loro dimensioni;
  • controlli statali e sanzioni efficaci per le aziende che non intervengono in presenza di discriminazioni salariali;
  • una comunicazione chiara dei risultati al personale.

Il divario retributivo delle donne ammonta al 43%

La vera portata della discriminazione: le donne guadagnano il 43,2% in meno degli uomini. La disparità salariale nel settore privato ammonta al 18% circa, ma questa percentuale non tiene conto delle perdite delle donne dovute al lavoro a tempo parziale, che riguarda due terzi delle donne. In Svizzera il vero divario retributivo, misurato dal Gender Overall Earnings Gap (GOEG), è del 43%. Questo indicatore misura il reddito di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, tenendo conto del loro grado di occupazione. Esso fornisce un quadro molto chiaro dei divari retributivi in Svizzera.

Riduzione dell’orario di lavoro: la soluzione per una vera parità

La Svizzera detiene un triste primato: le persone occupate a tempo pieno lavorano 42 ore a settimana. Quest’elevata media di ore lavorative settimanali costringe molte donne a lavorare a tempo parziale per conciliare il lavoro retribuito e il lavoro di cura e assistenza. Le donne prestano in media 30 ore di lavoro non retribuito a settimana, ad esempio per occuparsi dei figli, delle faccende domestiche o dell’assistenza a malati e anziani.

Questo lavoro non retribuito non solo fa funzionare la società, ma è anche una delle cause principali alla base della dipendenza economica delle donne. Chi presta un lavoro non retribuito ha meno reddito, meno sicurezza sociale e meno tempo da dedicare al riposo o al perfezionamento. Ecco perché l’8 marzo le donne di Unia organizzeranno varie azioni regionali per chiedere una riduzione dell’orario di lavoro per tutte e tutti, a parità di salario. L’obiettivo è avere più tempo libero, una salute migliore e una maggiore parità.