Gli impresari costruttori rifiutano orari di lavoro conciliabili con la vita privata – l’ondata di proteste degli edili continua

Dopo che la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) ha rifiutato più volte ulteriori incontri negoziali, ieri sono proseguite le trattative sul Contratto nazionale mantello (CNM), che a breve giungerà a scadenza. I sindacati hanno proposto di accelerare le trattative, ma la SSIC ha rifiutato la proposta. Benché un edile su due abbandoni la professione a causa delle giornate lavorative troppo lunghe, la SSIC continua a bloccare i miglioramenti necessari. Pretende invece che gli edili lavorino ancora di più – per un salario inferiore. Da metà ottobre, più di 12'000 lavoratori edili hanno partecipato a un’ondata nazionale di proteste. Venerdì prossimo gli edili si asterranno dal lavoro in altre regioni della Svizzera tedesca e raggiungeranno la sede della SSIC a Zurigo perché vogliono lottare per i propri diritti.

Il Contratto nazionale mantello dell’edilizia principale (CNM) disciplina le condizioni di lavoro di circa 80'000 lavoratori edili, che costruiscono la Svizzera con qualsiasi condizione meteo: caldo, pioggia o freddo. Il contratto collettivo scade a fine anno e deve essere rinegoziato. Se non raggiungiamo un’intesa entro allora, l’edilizia rischia di precipitare in una situazione di vuoto contrattuale. Non accadeva da oltre un decennio.

Urgono orari di lavoro compatibili con la vita privata

Le giornate lavorative interminabili, accompagnate da un elevato sforzo fisico e tempi di viaggio eccessivi, rendono sempre più difficile condurre una normale vita familiare e privata: il nuovo contratto deve risolvere questo problema. È proprio questo il motivo che spinge un edile qualificato su due ad abbandonare la professione. Secondo uno studio della SSIC, entro il 2040 mancherà un terzo della manodopera specializzata necessaria. 

Gli edili hanno formulato rivendicazioni chiare per un’edilizia più attrattiva: 

  • giornate lavorative più corte e stop al tempo di viaggio non retribuito fino al cantiere: il tempo di viaggio effettuato su incarico dell’azienda rientra nell’orario di lavoro e dev’essere retribuito. Oggi, contrariamente a quanto prescritto dalla legge, il tempo di viaggio per raggiungere il cantiere non rientra nell’orario di lavoro e viene retribuito solo dopo i primi 30 minuti;
  • un’indennità per lo spuntino del mattino, già versata nella maggior parte delle altre professioni;
  • compensazione del rincaro garantita per il futuro: i lavoratori edili meritano un potere d’acquisto garantito.

La SSIC continua ad opporsi a una soluzione

Se fosse per la SSIC, invece di ottenere miglioramenti, gli edili dovrebbero subire ancora più pressioni, in cambio di meno salario. 

Concretamente, gli impresari costruttori chiedono giornate lavorative più lunghe, più ore supplementari per un compenso minore, una retribuzione inferiore per il lavoro il sabato e la possibilità di licenziare più facilmente i lavoratori edili più anziani.  

Suscita particolare indignazione il fatto che, nonostante l’acuta carenza di manodopera specializzata e il numero sempre minore di apprendisti, la SSIC chieda decurtazioni salariali fino al 25% proprio per i lavoratori qualificati nei primi 5 anni dopo la conclusione dell’apprendistato. Un lavoratore qualificato guadagnerebbe quindi meno del salario minimo previsto per un lavoratore ausiliario senza alcuna esperienza nell’edilizia!

La SSIC si oppone a un prolungamento dell’incontro negoziale e impedisce una soluzione, l’ondata nazionale di proteste continua

La pazienza degli edili è ormai esaurita, dopo che la SSIC ha inizialmente ritardato le trattative, poi si è opposta ai necessari miglioramenti e con le sue richieste ha anche preso di mira la vita privata dei suoi lavoratori. Da metà ottobre, migliaia di lavoratori edili partecipano alle imponenti ondate di proteste in tutta la Svizzera: dapprima in Ticino, poi a Berna e all’inizio di novembre nella Svizzera romanda e nella Svizzera nordoccidentale. 

Il prossimo venerdì 14 novembre, gli edili si asterranno dal lavoro in altre parti della Svizzera tedesca e manifesteranno di fronte alla sede della SSIC.

Per giungere rapidamente a una soluzione, lunedì durante l’incontro negoziale i sindacati hanno proposto di prolungare la riunione e proseguire le trattative anche il giorno successivo. In caso di intesa, tutte le ulteriori azioni di protesta sarebbero state annullate. I sindacati hanno così dimostrato ancora una volta di essere disposti a fare tutto il possibile per raggiungere una soluzione.

La SSIC ha tuttavia espressamente respinto questa proposta. Allo stesso tempo, i vertici dell’associazione hanno prospettato la possibilità di convocare una conferenza stampa per gettare discredito sulle proteste dei lavoratori edili. Evidentemente la SSIC preferisce tenere una conferenza stampa piuttosto che raggiungere un risultato negoziale. 

 

I sindacati Unia e Syna continueranno a lavorare con impegno per raggiungere un nuovo Contratto nazionale mantello entro la fine dell’anno.