La mozione «Escludere dall'analisi della parità salariale le indennità per lavoro a turni non discriminatorie» (23.4139) chiede di non tenere più conto delle indennità per lavoro a turni nelle analisi della parità di retribuzione prescritte dalla legge. L'adozione della mozione compromette l'applicazione del principio della parità salariale sancito dall'articolo 8 capoverso 3 della Costituzione. Già oggi numerose aziende non si attengono ai requisiti previsti dalla legge: un quinto delle aziende soggette all'obbligo di analisi non ha effettuato le analisi prescritte, un terzo non le ha fatte controllare e la metà non le ha pubblicate. Invece di colmare le lacune esistenti, la mozione vuole indebolire ulteriormente i requisiti legali.
Nella sua risposta alla mozione, anche il Consiglio federale sottolinea che le indennità per il lavoro a turni sono parte costituente del salario e celano un elevato potenziale di discriminazione, ad esempio se sono riservate al personale impiegato a tempo pieno o se sono sistematicamente inferiori nelle professioni tipicamente femminili.
Unia critica aspramente la decisione del Consiglio nazionale. La mozione permette alle aziende di distorcere le loro analisi salariali e di ignorare deliberatamente le discriminazioni. Il fatto che questo attacco alla legge sulla parità sia sostenuto anche da associazioni padronali come Swissmem mostra quanto sia scarsa la volontà di attuare concretamente la parità salariale.
I dati più recenti dell'Ufficio federale di statistica (RSS 2022) lo dimostrano: la differenza salariale media tra uomini e donne resta del 17,5 per cento, di cui quasi la metà non è spiegabile da fattori oggettivi. In Svizzera, le donne continuano pertanto a percepire un salario inferiore per un lavoro di pari valore.
Al cospetto dell'offensiva dei datori di lavoro, Unia esige una revisione e un inasprimento della legge sulla parità (LPar). In particolare, sono necessari:
La parità salariale non è negoziabile: Unia chiama la politica a prenderla finalmente sul serio.
Sindacato Unia 2025