La cosiddetta "iniziativa per la sostenibilità" dell’UDC minaccia la protezione dei salari, le condizioni di lavoro e i diritti delle lavoratici e dei lavoratori in Svizzera. Con il pretesto della sostenibilità, è smantellata la protezione sociale e incoraggiato il dumping salariale. In realtà si tratta di una vera e propria "iniziativa contro la protezione dei salari".
Se la popolazione in Svizzera dovesse superare la soglia di 10 milioni di persone, l’iniziativa innescherebbe praticamente in modo automatico le seguenti drastiche misure:
L’iniziativa peggiorerebbe le condizioni di lavoro per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori in Svizzera, perché senza la libera circolazione delle persone vengono meno anche gli importanti controlli salariali. Già oggi questi controlli portano alla luce gravi violazioni: secondo le Commissioni paritetiche, nel 2023 sono state riscontrate violazioni contro le disposizioni salariali presso il 27% dei datori di lavoro svizzeri e il 23% delle aziende che distaccano lavoratori provenienti dall'UE. I controlli sono pertanto assolutamente indispensabili: dato che le misure di accompagnamento sono ancorate per legge alla libera circolazione delle persone, con la sua iniziativa, l'UDC vuole di fatto abolire questi controlli. Le aziende che praticano il dumping non dovrebbero quasi più temere sanzioni.
Con il pretesto della "sostenibilità", l'UDC sta cercando di imporre una politica xenofoba sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori. Il suo vero obiettivo è quello di smantellare la protezione salariale e spingere verso il basso i salari. Il sindacato Unia si opporrà con tutte le sue forze contro questa iniziativa radicale e pertanto dice un chiaro no all'iniziativa contro la protezione dei salari. Unia è attiva già prima della votazione e informa sulle drammatiche ripercussioni dell'iniziativa nel quadro della sua campagna di sensibilizzazione "Ridurre i salari, perdere diritti?".