Il 21 ottobre la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) dovrà pronunciarsi sull’iniziativa del Cantone di Zurigo (23.325) e sulla mozione Nantermod (22.4331). Questi due interventi chiedono l’allentamento delle disposizioni di protezione della legge sul lavoro, a scapito soprattutto del personale della vendita. Il sindacato Unia si appella alla Commissione affinché respinga i due testi.
In qualità di principale sindacato del personale della vendita, Unia attira l’attenzione sulle pesanti condizioni di lavoro nel commercio al dettaglio. Gli orari di lavoro sono già fortemente deregolamentati e dal personale si esige la massima flessibilità. Turni frammentati, lavoro serale e modifiche degli orari dell’ultimo minuto sono all’ordine del giorno. L’estensione degli orari di lavoro, in particolare attraverso l’incremento del lavoro domenicale, rafforzerebbe ulteriormente la pressione sul personale. Le commesse e i commessi soffrono spesso di disturbi fisici come dolori muscolari e articolari e faticano a conciliare vita professionale e vita privata. Più lavoro domenicale significa inevitabilmente più stress e rischi per la salute.
La protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori è una componente fondamentale della legge sul lavoro. La richiesta di estensione del lavoro domenicale rappresenta un attacco diretto contro questa protezione. Anche l’«Alleanza per la domenica», che raggruppa associazioni femminili, sindacati, partiti politici, chiese e medici del lavoro respinge fermamente gli allentamenti proposti.
L’iniziativa del Cantone di Zurigo chiede di aumentare da 4 a 12 il numero di aperture domenicali ammesse senza autorizzazione. Questa modifica condurrebbe a un deterioramento permanente delle condizioni di lavoro. Una proposta analoga è già stata respinta nel 2021. Solleva perplessità anche la mozione Nantermod, che vorrebbe autorizzare l’apertura domenicale dei negozi di prossimità. La formulazione vaga di «negozi di prossimità» ostacola i controlli, tanto più che già oggi esistono numerose eccezioni che consentono di tenere aperti i negozi la domenica.
Come emerge dal nuovo studio SOTOMO, commissionato dall’Unione svizzera degli imprenditori, le lavoratrici e i lavoratori auspicano dai propri datori di lavoro un maggiore ascolto e una minore flessibilità a discrezione dell’azienda. I/le dipendenti non vogliono un aumento del lavoro notturno e domenicale. E respingono l’ulteriore deregolamentazione della legge sul lavoro.