L’avamprogetto della legge federale sulle condizioni di lavoro nel settore delle cure infermieristiche (LCInf) persegue due obiettivi centrali: migliorare le condizioni di lavoro del personale curante e promuovere il partenariato sociale e i contratti collettivi di lavoro (CCL). Tra le altre cose, l’avamprogetto di legge prevede una riduzione della durata massima della settimana lavorativa da 50 a 45 ore. In considerazione dell’elevato stress fisico e psichico a cui è sottoposto il personale curante, questa modifica rappresenta un progresso significativo.
Il testo in consultazione è stato discusso con le addette e gli addetti alle cure e le loro proposte di emendamento sono state integrate nella risposta alla consultazione. Le 20 discussioni di gruppo organizzate a tal fine in tutta la Svizzera hanno visto la partecipazione di circa 100 addette e addetti alle cure. I risultati delle discussioni condotte tra le addette e gli addetti alle cure dimostrano che queste misure sono accolte con favore, ma non sono sufficienti. Le partecipanti e i partecipanti alla consultazione chiedono ad esempio che per le ore di lavoro straordinario venga concesso un supplemento del 25% anche quando non sia prevista una retribuzione in denaro, ma una compensazione in tempo libero. Questo supplemento riflette l’onere aggiuntivo che gli straordinari comportano.
Un altro aspetto che sta a cuore al personale curante è la sicurezza in termini di pianificazione dei turni di servizio. L’avamprogetto di legge prevede che in futuro i piani di lavoro vengano redatti con almeno quattro settimane di anticipo. Inoltre, le addette e gli addetti alle cure che subentrano al di fuori dei turni previsti devono essere retribuiti con un supplemento dal 25 al 50%.
Oltre a migliorare le condizioni di lavoro, l’avamprogetto di legge prevede anche che i datori di lavoro e i sindacati debbano negoziare contratti collettivi di lavoro e propone due varianti. Unia respinge con forza la variante che prevede che i contratti collettivi di lavoro possano derogare a singole disposizioni di legge. Le disposizioni di legge devono sempre essere considerate come un minimo valido per tutto il personale curante e i contratti collettivi di lavoro devono essere utilizzati per migliorare le condizioni di lavoro oltre questa soglia minima.
Sono necessari ulteriori miglioramenti per diminuire il numero delle addette e degli addetti alle cure che abbandonano la professione. Oggi fino al 45% del personale curante lascia, infatti, la professione prima di raggiungere l’età di pensionamento. Malgrado i progressi proposti dall’avamprogetto di legge, la situazione nelle cure resta problematica in due punti essenziali. In primo luogo, non esiste ancora una normativa che preveda in modo vincolante una chiave di ripartizione del personale, cioè il numero di addette o addetti alle cure per paziente o residente. Questa misura sarebbe necessaria per ridurre il carico di lavoro del personale e garantire la qualità delle cure.
In secondo luogo, resta ancora irrisolto il problema del finanziamento delle prestazioni di cura. Benché l’iniziativa sulle cure chieda una remunerazione adeguata delle prestazioni di cura, in Svizzera il loro finanziamento resta insufficiente. Ne conseguono difficoltà finanziarie negli ospedali e nelle case di cura, che a loro volta portano a tagli dei posti di lavoro e a un’intensificazione del lavoro. Unia esorta la Confederazione e i Cantoni a intervenire attivamente e a predisporre le risorse finanziarie necessarie, senza far ricadere l’onere sui premi a carico delle assicurate e degli assicurati.