Solidarietà e non lassismo
A prescindere dalle dichiarazioni future del Consiglio federale, una cosa è certa: lo stato d’emergenza è ormai realtà:
- Molto presto raggiungeremo quota 6000 decessi a causa del coronavirus e la politica non sembra avere altra proposta che il minuto di silenzio.
- Restrizioni sempre più severe per gli incontri privati, ma allo stesso tempo, funivie e negozi per le vendite natalizie sempre pieni.
- Obbligo di recarsi al lavoro, nonostante l’infezione da coronavirus, per il personale di cura.
- Troppo poco personale per i controlli relativi ai piani di protezione sui posti di lavoro.
- Indennità di lavoro ridotto che non garantiscono il minimo esistenziale.
Questi problemi rischiano di perdersi nel chiacchiericcio della politica e delle istituzioni!
La preoccupazione maggiore dei partiti borghesi e dei parlamenti è invece quella di evitare i costi. Le associazioni dei datori di lavoro, inoltre, rifiutano i programmi di sostegno statale per motivi puramente ideologici. Le autorità cantonali stanno lavorando a programmi di austerità e il ministro delle finanze dell'UDC crea panico in materia di debito pubblico. Tutto questo serve solo gli interessi di una piccola minoranza di ricchi e super-ricchi.
Unia chiede una via d'uscita solidale dalla crisi sociale e sanitaria! La politica e le autorità devono ora agire con decisione, prendere immediatamente tutte le misure necessarie per contenere la pandemia e applicarle. Devono anche fare in modo che non siano i lavoratori e le persone socialmente svantaggiate a pagare il conto della crisi, ma coloro che, grazie all'aumento dei profitti e del valore delle azioni, traggono vantaggio dalla crisi.
Il Comitato centrale rivendica:
- Il 100% di indennità per lavoro ridotto per salari fino a 5000 Chf netti.
- Un fondo nazionale di aiuto adeguatamente finanziato per tutti i settori della popolazione colpiti dalla crisi e impossibilitati a richiedere l’indennità per lavoro ridotto.
- Un premio per tutti i lavoratori e le lavoratrici impegnati/e in professioni esposte, a partire dal personale di cura, il personale di vendita e quello della logistica.
- Un raddoppio dei controlli relativi alle misure di protezione nel mondo del lavoro.
- Nessuno piano di risparmio, ma misure congiunturali e investimenti nel sistema sanitario, nella formazione e nella riconversione eco-sociale.
- Riduzioni degli affitti e altre misure di sostegno per i settori particolarmente colpiti, come il ramo alberghiero e della ristorazione, il turismo e la cultura.
- No alle vendite natalizie e agli eventi di massa, che contribuiscano alla diffusione della pandemia. Indennizzo completo per le aziende interessate, i lavoratori autonomi e i dipendenti.
Nessuna contraddizione tra tutela della salute e sicurezza economica
La resistenza nei confronti di efficaci misure pandemiche, guidata da alcuni rappresentanti dei settori economici e dai politici borghesi, ci ha riportato sull'orlo di un lockdown. Molte aziende ne stanno ora soffrendo. Le autorità devono finalmente adottare una visione a lungo termine e allontanarsi da questa logica del profitto a breve termine.