Il Congresso Unia rivendica una maggiore protezione per tutte le lavoratrici e i lavoratori

Oggi pomeriggio, il sindacato Unia ha aperto i lavori del suo quarto Congresso ordinario presso il centro dei congressi Palexpo a Ginevra. Fino a sabato a mezzogiorno, i 350 delegati e delegate del sindacato più grande della Svizzera tracceranno un bilancio delle attività svolte negli scorsi quattro anni e definiranno la strategia e gli obiettivi per i prossimi anni. Adotteranno inoltre una serie di risoluzioni su temi d’attualità ed eleggeranno i vertici del sindacato. Tema della prima giornata congressuale era il nostro rapporto con l’Europa.

Il Congresso ordinario del sindacato Unia – che si tiene ogni quattro anni – si svolge all’insegna del motto «Forti nelle aziende, solidali nella società». La presidente Unia Vania Alleva ha sottolineato come il sindacato Unia, fondato nel 2005, abbia potuto consolidarsi ulteriormente rispetto all’ultimo Congresso nel 2012. L’effettivo degli iscritti è cresciuto di anno in anno, superando la soglia dei 200‘000 affiliati alla fine del 2015. Unia è inoltre riuscita ad imporre dei miglioramenti in diversi importanti contratti collettivi di lavoro (industria MEM, industria alberghiera e della ristorazione, industria orologiera) e a contrastare gli attacchi sferrati dai datori di lavoro. Grazie ad un’ampia mobilitazione, il sindacato ha saputo difendere il pensionamento a 60 anni nell’edilizia principale e negoziare un modello di pensionament anticipato anche nel ramo pittura e gessatura della Svizzera tedesca e del Giura.

Vania Alleva ha però anche ricordato che le condizioni quadro per il lavoro sindacale sono diventate più difficili: il mondo del lavoro sta attraversando una fase di transizione (globalizzazione, digitalizzazione) e il clima politico si è fatto più aspro. In tal senso, ha citato l’approvazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa, l’abolizione del tasso minimo di cambio con l’euro e le sue devastanti conseguenze per l’industria nonché lo slittamento a destra del Parlamento. Ha poi deplorato che una parte dei datori di lavoro abbia rinunciato ad attenersi alle regole che disciplinano le relazioni di lavoro nel quadro del partenariato sociale, preferendo scendere a patti con l’UDC e mettere in discussione fondamentali conquiste della legge sul lavoro e delle assicurazioni sociali.

Maggiore protezione per tutti anziché priorità ai lavoratori indigeni e iniziativa RASA

La prima giornata congressuale era incentrata sulla questione dell’Europa. Le delegate e i delegati hanno adottato una risoluzione in cui hanno sottolineato la loro categorica opposizione ai contingenti e alle nuove discriminazioni nell’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa – se necessario, Unia è pronta a lanciare un referendum. Al cospetto dell’aumento costante del dumping salariale e della diffusione di rapporti di lavoro precari e del lavoro interinale, Unia rivendica una migliore protezione dei salari e dei diritti delle salariate e dei salariati. A tale scopo occorre migliorare le misure di accompagnamento e colmare le lacune tuttora esistenti. Una «priorità agli indigeni» non rappresenta un’alternativa percorribile. Unia si oppone all’iniziativa RASA, ritenendola «discutibile sul piano democratico ed errata sul piano politico, dato che si limita a ribadire un impegno a favore degli Accordi bilaterali senza esigere un miglioramento delle misure di accompagnamento.»

Le delegate e i delegati hanno deciso di lanciare una campagna per il miglioramento delle misure di accompagnamento a livello federale e cantonale, se necessario ricorrendo anche agli strumenti della democrazia diretta. Hanno pertanto adottato una serie di rivendicazioni concrete. «Senza relazioni regolamentate con l’Europa, la Svizzera si taglierà fuori dalla comunità internazionale. Rapporti regolamentati s’impongono però anche sul mercato del lavoro. In caso contrario, come è avvenuto anche il 9 febbraio 2014, la prosecuzione della libera circolazione delle persone non avrà alcuna possibilità di essere approvata dal popolo», sottolinea la risoluzione.

Messaggio per Berna e Bruxelles

Al congresso come ospite è intervenuto Jacques de Watteville, negoziatore capo nelle trattative della Svizzera con l’UE. Il segretario di Stato ha sottolineato l’importanza delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone. «Il Consiglio federale è pronto a fare di tutto per rendere il più efficiente possibile il dispositivo di lotta contro il dumping salariale», ha assicurato De Watteville.

La presidente Unia Vania Alleva ha consegnato a de Watteville una bottiglia contenente due messaggi: l’uno rivolto a Bruxelles, con la richiesta di non servirsi degli strumenti volti a proteggere i salari e le condizioni di lavoro come merce di scambio nelle trattative con la Svizzera. E l’altro destinato a Berna, in cui viene ribadito che non è ammissibile che nelle imprese il rispetto delle disposizioni legali e contrattuali venga controllato in media ogni 30 anni. Sono pertanto indispensabili controlli più frequenti.

A conclusione della prima giornata congressuale, i delegati e gli ospiti di Unia raggiungeranno il centro di Ginevra per dare vita ad un’azione sindacale.

  • <link mail>Pepo Hofstetter, responsabile Comunicazione e campagne Unia
  • <link mail>Andrea Tognina, portavoce Unia