Il CNM disciplina le condizioni di lavoro di circa 80'000 lavoratori edili. Sono loro a costruire la Svizzera con qualsiasi condizione meteo: caldo, pioggia o freddo. Il contratto collettivo scade a fine anno e deve essere rinegoziato. Se non raggiungiamo un’intesa entro fine anno, l’edilizia rischia di precipitare in una situazione di vuoto contrattuale. Non accadeva da oltre un decennio.
Le giornate lavorative interminabili, accompagnate da un elevato sforzo fisico e tempi di viaggio eccessivi, impediscono sempre più agli edili di condurre una normale vita familiare e privata: il nuovo contratto deve risolvere questo problema. È proprio questo il motivo che spinge un edile qualificato su due ad abbandonare la professione. Secondo uno studio della SSIC, entro il 2040 mancherà un terzo della manodopera specializzata necessaria.
«Considerando le giornate lavorative fino a 9 ore nelle caldissime giornate estive, il numero crescente di ore supplementari e spesso tempi di viaggio di varie ore dall’azienda al cantiere, non stupisce che sempre più persone sentano di dover scegliere tra il proprio lavoro nell’edilizia e la propria vita privata. È ora di cambiare le cose. Le persone che costruiscono le nostre case e le nostre strade lo meritano», afferma Nico Lutz, responsabile delle trattative e membro del Comitato direttore di Unia.
Gli edili hanno formulato rivendicazioni chiare per un’edilizia più attrattiva:
Gli impresari costruttori vogliono far lavorare gli edili ancora di più in cambio di meno soldi. Concretamente, chiedono giornate lavorative più lunghe, più del doppio di ore supplementari, il lavoro su chiamata e una settimana lavorativa di 6 giorni che trasformerebbe il sabato in una normale giornata lavorativa. La SSIC punta inoltre a ridurre i termini di preavviso per licenziare gli edili più anziani e metterli alla porta più rapidamente.
Per i lavoratori edili è chiaro: in assenza di condizioni di lavoro più vantaggiose, l’edilizia arriverà al collasso. Il nuovo contratto deve garantire agli edili soluzioni per gli evidenti problemi che gravano in tutto il settore. «Non accetteremo un trascinarsi dei problemi attuali né i radicali peggioramenti chiesti dai vertici della SSIC», avverte Guido Schluep, coresponsabile del settore Edilizia del sindacato Syna. Se gli impresari costruttori non dimostrano di voler negoziare, per l’edilizia si prospetta un duro conflitto di lavoro.
Attualmente sono in corso votazioni sullo sciopero nei cantieri di tutta la Svizzera.
Comunicato stampa dei sindacati Unia e Syna
Sindacato Unia 2025