Anche nella 2a tornata di trattative i vertici della SSIC hanno respinto orari di lavoro compatibili con la vita privata

Il Contratto nazionale mantello (CNM), valido per 80'000 edili, deve essere rinegoziato. Il settore sta attraversando una profonda crisi del personale e gli edili hanno urgente bisogno di orari di lavoro più compatibili con la vita privata. Le parti negoziano da luglio, ma nella seconda tornata di trattative la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) ha respinto ogni proposta per risolvere i problemi, chiedendo invece giornate lavorative più lunghe in cambio di una paga più bassa.

Nell’edilizia permane una grave carenza di manodopera: oggi un muratore qualificato su due abbandona la professione. Le ragioni sono evidenti: giornate lavorative interminabili, continue ore supplementari e tempi di viaggio eccessivi per raggiungere il cantiere, in parte neanche retribuiti. A farne le spese sono gli edili con la loro vita privata e la loro salute.

Le rivendicazioni degli edili sono eque, realistiche e necessarie

Prima dell’inizio delle trattative, oltre 10'000 lavoratori edili hanno partecipato a un sondaggio sull’orario di lavoro. Ecco le loro rivendicazioni principali:

  • Giornate lavorative più corte: otto ore di duro lavoro bastano.
  • Una pausa del mattino retribuita: in altre professioni è una realtà da tempo.
  • Stop al tempo di viaggio non retribuito fino al cantiere: il tempo di viaggio effettuato su incarico dell’azienda rientra nell’orario di lavoro e dev’essere retribuito. Oggi, contrariamente a quanto prescritto dalla legge, il tempo di viaggio per raggiungere il cantiere non rientra nell’orario di lavoro ed è retribuito solo dopo i primi 30 minuti.
  • Aumenti salariali e compensazione del rincaro garantita per il futuro: i lavoratori edili meritano un potere d’acquisto garantito.

I vertici della SSIC si oppongono a ogni misura necessaria a risolvere la crisi del personale

Le aziende edili risentono in modo diretto della crisi del personale nel settore. Diventa sempre più difficile reclutare e fidelizzare il personale. Le ragioni sono note: uno studio condotto nel 2024 dalla Scuola universitaria professionale dei Grigioni, su mandato degli impresari costruttori locali, ha confermato che l’elevato carico lavorativo e i lunghi orari di lavoro rendono difficile conciliare la vita privata e familiare. Lo studio conferma anche la necessità di adottare soluzioni a questi problemi.

Alla luce di questi risultati è ancora più sorprendente che i vertici della SSIC pretendono il contrario. La SSIC vuole far lavorare gli edili ancora di più in cambio di meno soldi. Concretamente, chiedono giornate lavorative più lunghe, più del doppio delle ore supplementari rispetto a oggi, il lavoro su chiamata e una settimana lavorativa di 6 giorni con il sabato come giornata regolare di lavoro.  

Gli edili non sono più disposti a rinviare i problemi

La situazione dell’edilizia è allarmante. Urgono miglioramenti per garantire ai lavoratori una vita privata e familiare normale. Le persone che giorno dopo giorno costruiscono le nostre case, le nostre strade e le nostre infrastrutture lo meritano.

Se la SSIC continuerà a rifiutarsi di assumere la propria responsabilità di associazione padronale e non rinuncerà alla volontà d’introdurre radicali peggioramenti, gli edili passeranno all’attacco. Unia sta organizzando una votazione sullo sciopero in tutta la Svizzera.

Se gli impresari costruttori non dimostreranno di voler negoziare, per l’edilizia si prospetta un duro conflitto di lavoro.


Comunicato stampa dei sindacati Unia e Syna