La Francia nelle piazze
La pandemia non è di certo finita e nemmeno la crisi economica che ne è seguita. Alcuni settori sono in netta ripresa, ma i lavoratori non sembrano ancora avvertire i segni del recupero.
Nei settori in difficoltà, come quello dei trasporti e del turismo, sono sempre loro a pagare tuttora il prezzo più alto della crisi. I lavoratori e le lavoratrici chiedono garanzie e soprattutto rivendicano un riconoscimento per gli sforzi profusi durante le chiusure dovute al coronavirus.
Quello che sta avvenendo è esattamente il contrario. In questo, il movimento dei salariati in Francia non si discosta molto da quello svizzero. La manifestazione del 5 ottobre, come piattaforma rivendicativa, assomiglia molto a quella del 30 ottobre indetta dai sindacati su tutto il territorio svizzero. In Francia, i sindacati hanno chiamato allo sciopero generale, in Svizzera si è scelta invece la via della grande manifestazione nazionale.
Due riforme nel mirino
I manifestanti erano in piazza per fermare due progetti di riforma del governo francese. Il primo riguarda l’assicurazione disoccupazione. In un comunicato stampa intersindacale è possibile leggere le ragioni che preoccupano i lavoratori: «La riforma è ingiusta perché colpirà le persone tra quelle più danneggiate dalla crisi sanitaria e sociale. 1,15 milioni di lavoratori vedranno ridursi il proprio sussidio in media del 17%. La riduzione per 400'000 lavoratori precari toccherà punte del 40%».
A preoccupare i sindacati è anche il progetto di rendere più selettivi i criteri di accesso al sussidio di disoccupazione, danneggiando così i lavoratori più giovani.
I sindacati sono anche preoccupati perché sanno che il governo Macron sta per preparare un nuovo attacco al sistema pensionistico, dopo che i progetti di riforma precedenti sono stati affossati dalla fiera opposizione dei lavoratori. La battaglia non è finita.
Lo sciopero in Dpd
La Cgt (Confédération générale du travail) non è molto radicata in ambito Dpd (addetto alla consegna dei pacchi). Tuttavia, ad Avignone e Tolosa, molti lavoratori Dpd hanno aderito allo sciopero. Nella prima delle due città l’adesione è stata massiccia. I lavoratori Dpd di queste due città aderivano alla piattaforma rivendicativa generale, ma esprimevano richieste più specifiche.
Cedric Persia, dipendente Dpd e delegato Cgt, le riassume così: «Vogliamo fermare il progetto di estensione del lavoro alla domenica, chiediamo anche premi qualità e tredicesime uguali per tutti e tutte, vogliamo inoltre porre un limite al subappalto e chiediamo che anche i subappaltatori rispettino i contratti collettivi in essere». Anche in questo caso, pur con qualche differenza, le similitudini con la situazione in Svizzera non mancano.