Il fotografo del proletariato
Frau Koehli, vedova del fotografo, stava per combinarla grossa: nel 1984 voleva buttare al macero le fotografie del marito. È stato il grafico Raymond Naef a salvare un tale patrimonio storico, artistico ed etnografico, dopo aver notato quasi per caso la bellezza di una delle fotografie destinate alla distruzione e dedicate al quartiere operaio di Zurigo, il Kreis 4.
Fotografia e sindacato
Ernst Koehli, a partire dalla metà degli anni 30, ha iniziato a lavorare come fotografo per conto dei sindacati svizzeri. Fino agli inizi degli anni 50, grazie a questa collaborazione, è riuscito a documentare proteste, scioperi, uomini e donne al lavoro. Lo ha fatto con uno sguardo attento, empatico ed originale. Oggi molte delle sue fotografie sono state pubblicate in un volume intitolato Chronist der sozialen Schweiz. Fotografien von Ernst koehli 1933 – 1953. La pubblicazione è stata curata da Christian Koller e dallo stesso Raymond Naef.
La pubblicazione
Il libro presenta immagini che documentano i metodi di lavoro nell’epoca del fordismo. Non mancano, inoltre, fotografie di donne al lavoro in diversi settori dell’economia elvetica. Anche Zurigo e le sue fabbriche, i quartieri operai, gli edifici moderni trovano spazio in questa pregevole pubblicazione. Tra le serie più interessanti, dal punto di vista storico ed estetico, ne troviamo una dedicata ai primi lavoratori della Swiss, oppure quella dedicato alla raccolta e produzione del vino, oppure ancora la serie di fotografie all’interno di fabbriche in cui si lavorava il tabacco.
Le proteste
Molto spazio è dato anche alle fotografie che documentano le proteste dei lavoratori e al movimento sindacale. Non mancano nemmeno manifesti con fotografie scattate da Koehli con rivendicazioni di diverso tipo. Quello che emerge da queste serie è una Svizzera lontana dall’immagine di paese privo di conflitti sociali. Queste foto mostrano infatti la vitalità di un ceto sociale, quello operaio, che è sempre stato capace di far sentire la sua voce nella società.