Elettricisti sotto tensione
«Quella delle elettriciste e degli elettricisti è una professione interessante, ma anche molto impegnativa», osserva Yannick Egger, coordinatore della campagna di Unia per il rinnovo del Ccl del ramo dell’installazione elettrica e delle telecomunicazioni. «Richiede una formazione di alto livello e un aggiornamento costante e può rivelarsi talvolta anche molto pericolosa. Ciononostante le condizioni di lavoro nel ramo non sono delle migliori.»
Lavoro simile, condizioni diverse
In effetti i circa 17'000 elettricisti ed elettriciste sottoposti al Ccl del ramo – valido in tutta la Svizzera per tutti i lavoratori e tutte le aziende, con l’eccezione dei cantoni di Ginevra e Vallese, dove vigono dei contratti locali – devono accettare condizioni di impiego che rimangono ben al di sotto delle condizioni valide per esempio per i lavoratori dell’edilizia principale. Eppure gli elettricisti lavorano sovente fianco a fianco con gli altri lavoratori edili.
600 franchi in meno
«Spesso gli elettricisti sono anzi i primi ad arrivare sul cantiere e gli ultimi ad andare a casa. Anche per loro, come per altri settori dell’edilizia, lo stress e la mole di lavoro aumentano, non da ultimo per la concorrenza sempre più agguerrita tra le imprese. Ma dal punto di vista dei salari, delle indennità e di altri diritti, appartengono a tutt’altra categoria.» Se paragonati a quelli dell’edilizia principale, i salari degli elettricisti sono in effetti inferiori di 600 franchi. Le indennità per i pasti ammontano a 12 franchi rispetto ai 18 franchi dei lavoratori edili. E come se non bastasse, le elettriciste e gli elettricisti vanno in pensione cinque anni più tardi.
Sondaggio nazionale
Per le delegate e i delegati dell’assemblea professionale è evidente che il lavoro delle elettriciste e degli elettricisti merita di essere maggiormente valorizzato. Per questo hanno deciso venerdì 15 settembre a Berna il varo di una campagna di mobilitazione nazionale. Il rinnovo del contratto collettivo nel 2018 offre l’occasione di discutere le questioni più urgenti da risolvere e di ottenere dei miglioramenti. Le priorità saranno definite con l’aiuto di un sondaggio nazionale sulle condizioni di lavoro nel ramo. «È fondamentale che gli elettricisti esprimano il loro parere su ciò che ritengono importante cambiare e su ciò che rappresenta il loro avvenire», osserva Egger. L’ultima parola spetterà evidentemente alle delegate e ai delegati di tutte le regioni.
Comitati regionali
Intanto in tutta la Svizzera si stanno formando dei comitati regionali, che saranno le strutture portanti della campagna in vista dei negoziati sul Ccl. Nei comitati sarà possibile discutere e promuovere azioni concrete a livello locale per migliorare le condizioni di lavoro nel ramo. Il malcontento che serpeggia tra le lavoratrici e i lavoratori del ramo è emerso di recente in azioni di protesta in due aziende del canton Vaud (per la vertenza più recente, si veda la colonna delle notizie in breve qui a fianco). E la determinazione a lottare c’è, come dimostra il logo scelto dalla maggioranza dei partecipanti all’assemblea professionale per rappresentare la campagna: un pugno chiuso che stringe un fulmine.