Meno disuguaglianze, rendite migliori
La lotta sindacale a difesa delle rendite
Benché la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 (Pv 2020) non possa risolvere il problema delle disparità salariali, garantisce comunque un miglioramento diretto alle 500 000 donne che vivono della sola rendita Avs e migliora la parità di trattamento e le prestazioni per i lavori a basso reddito o a tempo parziale, spesso svolti da donne. La riforma consente inoltre di mantenere il livello delle rendite per tutti gli altri pensionati. I sindacati portano avanti questa lotta da sempre. E questo è anche il messaggio del popolo che nel 2010 ha rifiutato con il 72% dei voti la riduzione dell’aliquota di conversione (e quindi delle rendite) in assenza di una compensazione.
Per 20 anni le organizzazioni dei lavoratori si sono battute contro le riforme che miravano unicamente a ridurre le prestazioni nell’Avs e nel 2° pilastro. Ogni volta abbiamo ottenuto una vittoria e il popolo è stato dalla nostra parte. Ci siamo battuti e continueremo a batterci per garantire che le pensionate e i pensionati possano vivere con dignità e che dopo una vita dedicata al lavoro tutti possano godersi il meritato riposo beneficiando di rendite che non li costringano a ricorrere all’assistenza sociale. Con la nostra iniziativa Avsplus siamo passati anche all’offensiva e pur non essendo riusciti a convincere il popolo svizzero, la nostra campagna ha condizionato il risultato finale della riforma Pv 2020.
Lo dimostrano anche l’atteggiamento dei due grandi partiti borghesi Plr e Udc e l’attività di lobbying delle organizzazioni mantello dell’economia, che per tutta la durata dell’iter parlamentare della riforma hanno tentato d’impedire un aumento delle rendite Avs. L’idea di un rafforzamento dell’Avs è inaccettabile ai loro occhi per motivi di ordine ideologico, anche se questo miglioramento delle rendite Avs consente di mantenere le prestazioni con un costo a carico dei lavoratori e delle piccole e medie imprese decisamente inferiore a quello del pacchetto che questa stessa destra parlamentare aveva messo a punto all’interno del Consiglio nazionale.
Una riforma per tutte e tutti
La speranza di vita aumenta e quest’evoluzione è il risultato di un progresso sociale di cui dobbiamo essere fieri. L’invecchiamento demografico ha un costo in termini di rendite e siamo pronti a farci carico di questo maggior esborso economico purché i costi vengano ripartiti. La riforma Pv 2020 garantisce proprio questa ripartizione dei costi secondo le possibilità di ognuno. La riforma va a beneficio di tutte e tutti. Essa garantisce nel lungo periodo il finanziamento dell’Avs per i pensionati attuali e, grazie a un aumento di 840 franchi all’anno per le persone sole e di più di 2700 franchi per le coppie sposate, migliora le prospettive delle rendite per i pensionati futuri con un reddito mediobasso.
La Pv 2020 garantisce anche le prestazioni della previdenza professionale agli altri assicurati, che dopo il 2010 hanno visto diminuire di circa il 10% le prospettive delle rendite del secondo pilastro. Attualmente questa riduzione è interamente a carico delle lavoratrici e dei lavoratori. Con la Pv 2020 sarà compensata tramite un aumento dei contributi, suddiviso tra lavoratori e datori di lavoro, il minimo che si possa chiedere a un sistema di previdenza professionale cosiddetto paritetico.
La riforma Pv 2020 consentirà inoltre alle persone licenziate dopo i 58 anni (o i 55 anni se previsto dal regolamento della Cassa pensioni) di conservare l’avere di vecchiaia maturato nella cassa pensioni. In tal modo potranno contare su una rendita a loro favore o a favore dei loro superstiti, invece di dover prelevare un capitale che non garantisce una prospettiva di reddito duraturo dopo il pensionamento. Per i beneficiari delle soluzioni di pensionamento anticipato negoziate nell’edilizia, nell’artigianato, nell’orologeria e in altri rami professionali, la riforma garantisce di non dover pagare contributi eccessivi per conservare una copertura del 2° pilastro e beneficiare di una rendita dopo il pensionamento.
Nessun piano B
Se il popolo boccia la riforma, non esiste un piano B che non sia quello della politica della peggior specie, che partiti quali il Plr e l’Udc e organizzazioni mantello dell’economia vorrebbero imporre per poi dare attuazione alla tattica del salame e a una serie di riforme focalizzate sullo smantellamento dell’Avs e sull’innalzamento generalizzato dell’età di pensionamento. La riforma Pv 2020 difende invece le rendite e rafforza l’Avs, garantendone il finanziamento almeno fino al 2030.
In tale ottica si tratta di una prima tappa per ridare fiducia ai giovani preoccupati per le loro rendite future. Ci consentirà inoltre di adottare le decisioni necessarie con la serenità e il tempo che queste richiedono. Potremo continuare a fare ciò che siamo riusciti a fare in questi ultimi 20 anni, garantendo prospettive migliori ai pensionati, alle persone più svantaggiate e a coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro.
Per tutte queste ragioni, anche se deploriamo vivamente l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne, il 24 settembre depositeremo un sì nelle urne. C’impegniamo con Unia in questa campagna e nelle lotte future per rafforzare l’Avs e garantire nel lungo periodo il sistema previdenziale svizzero. Ma dobbiamo anche unire le nostre forze e lottare per realizzare la parità salariale, un obiettivo che non sarà raggiunto con un no alla riforma.