Al di là delle divisioni
«Unia ha bisogno di simili discussioni», osserva Hans Hartmann, capoprogetto del «dibattito sul futuro», che tra marzo e settembre di quest’anno ha coinvolto circa 800 membri attivi nelle regioni e nei gruppi d’interesse di Unia. Mai prima d’ora la base era stata coinvolta in un dibattito tanto ampio e aperto sulle sfide che il futuro riserverà al movimento sindacale.
Una discussione avventurosa
Il «mercato delle idee» durante l'Assemblea dei delegati «La discussione sul futuro è in qualche modo un’avventura, un azzardo», dice Hartmann. «Il vantaggio di un simile approccio è che possono succedere cose inaspettate o che possono emergere temi di cui finora si parlava poco. È stato il caso per esempio della riduzione dell’orario di lavoro, delle alternative al sistema economico attuale, della formazione».
Dal dibattito sono scaturite oltre una dozzina di proposte molto diverse, che sono confluite in un «mercato delle idee» organizzato nell’ambito dell’Assemblea dei delegati. Attorno alle postazioni, addobbate con slogan, scritte e foto, si sono sviluppate discussioni animate, che hanno permesso di approfondire vantaggi e svantaggi delle singole proposte. Alla fine i partecipanti hanno scelto lo slogan «Solidali nella società - forti nelle imprese!». Molti consensi sono andati anche al tema proposto dal gruppo donne, incentrato sul «lavoro non retribuito» (vedi ultimo numero di area).
Sviluppo nella diversità
«Un obiettivo importante del processo era di aprire uno spazio per uno sviluppo comune, nel rispetto delle differenze», nota ancora Hartmann. «Il processo offre ai militanti di Unia un orientamento a lungo termine, al di là delle divisioni che emergono nelle discussioni sulle scelte strategiche».
Ora, in vista del congresso di Unia in programma per ottobre, la discussione proseguirà, in modo da portare all’elaborazione di proposte concrete a partire dal tema faro scelto. Un primo appuntamento sarà il 14 febbraio in occasione della ormai consueta giornata di discussione e formazione per i militanti a Olten.