Il Parlamento allenta ulteriormente il divieto del lavoro domenicale

Il personale della vendita manifesta di fronte al Palazzo federale con cartelloni e uno striscione scandendo lo slogan: «giù le mani dalla domenica libera!»
Lavorare una domenica al mese? Il personale di vendita non ci sta! (foto: Unia)
La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) vuole che in futuro i Cantoni possano estendere da 4 a 12 le aperture domenicali non soggette ad autorizzazione. Unia condanna duramente questa decisione. Per il personale della vendita questa decisione implica più stress, meno riposo, meno vita privata e meno salute.

Già oggi gli orari di lavoro nella vendita sono estremamente flessibili e frammentati, con modifiche a breve tempo dei piani di lavoro e turni serali. Se anche la possibilità di godere delle domeniche di riposo viene messa in discussione, cade l’ultimo briciolo di certezze nella vita quotidiana delle lavoratrici e dei lavoratori. A farne le spese non è solo il personale della vendita ma anche quello dei rami affini, come la logistica, le pulizie e la sicurezza.

Rischi per la salute del lavoro domenicale

Il lavoro domenicale equivale a più pressione. Le venditrici e i venditori svolgono un lavoro fisico gravoso, in condizioni spesso sfavorevoli: carichi pesanti, lunghi periodi in piedi, elevate aspettative dei clienti e carenza di personale. Il tutto, in un ramo a basso salario. La domenica non lavorativa non è un lusso, ma un fattore di protezione essenziale ai fini della salute e della partecipazione alla vita sociale. La medicina del lavoro parla chiaro: un carico costante senza sufficiente riposo conduce a burnout, malattie muscolo-scheletriche e inabilità al lavoro prolungata. Ci attendiamo che il Parlamento prenda sul serio queste indicazioni.

Firma subito la petizione

Il fatto che il Parlamento sia disposto a smantellare ulteriormente questa protezione è cinico e irresponsabile, soprattutto se si considera che le/gli aventi diritto di voto hanno respinto in più occasioni gli oggetti che vertevano sull’ulteriore flessibilizzazione degli orari di apertura dei negozi.

Il personale della vendita è al limite: quando è troppo è troppo. Unia, insieme alle sue iscritte e ai suoi iscritti, si oppone con determinazione a questo peggioramento delle condizioni di lavoro. In collaborazione con Unia e il sindacato Syna, il personale della vendita ha lanciato una petizione che nel giro di pochissimo tempo ha già raccolto migliaia di firme. Ciò dimostra che le persone non vogliono aperture domenicali continue ed esigono rispetto, riposo nonché condizioni di lavoro eque!

Il Parlamento deve agire in modo responsabile

Unia si attende che il Parlamento prenda sul serio l’impatto di un aumento delle aperture domenicali sulla salute e sulla vita privata del personale della vendita e blocchi immediatamente il progetto.

Giù le mani dalla domenica – firmate subito la petizione!