Il Contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia principale giungerà a scadenza quest’anno e deve essere rinegoziato. Il CNM disciplina le condizioni di lavoro di circa 80'000 lavoratori edili ed è uno dei principali contratti collettivi di lavoro della Svizzera.
Per gli edili il rischio di subire infortuni è sei volte superiore a quello di tutti i lavoratori della Svizzera e venti volte superiore a quello del personale delle banche e delle assicurazioni.
Uno dei maggiori rischi d’infortunio nei cantieri deriva dalla pressione crescente. Negli scorsi 10 anni si è costruito sempre di più con sempre meno personale. Tra il 2015 e il 2024 le cifre d’affari dell’edilizia principale sono aumentate del 19,4%. Nello stesso arco di tempo il personale dei cantieri è stato ridotto dell’1,5%.
I lavoratori edili pagano un prezzo molto alto. Le loro giornate lavorative sono spesso troppo lunghe. In estate l’orario di lavoro pianificato prevede per lo più 9 ore al giorno. A queste si aggiungono regolarmente una o due ore supplementari al giorno e il tempo di viaggio, che ai sensi del CNM non rientra nell’orario di lavoro e viene retribuito solo a partire dal 30° minuto.
Le conseguenze per il settore: Sempre più lavoratori competenti abbandonano l’edilizia. Le cause principali sono le pressioni crescenti e un aumento delle difficoltà a conciliare lavoro e vita privata. In effetti, secondo le statistiche della SSIC, entro il 2030 non sarà possibile occupare il 20% degli impieghi per muratori, mentre entro il 2040 resterà vacante addirittura un impiego su tre.
Oltre 10'000 lavoratori hanno partecipato ad un ampio sondaggio sull’orario di lavoro e in occasione della grande assemblea generale organizzata in autunno, gli edili hanno definito le loro rivendicazioni principali. Chiedono:
Il livello generale dei prezzi ha registrato un aumento del 7% rispetto alla fine del 2020 e continua a mettere sotto pressione il potere d’acquisto degli edili.
Quest’evoluzione è ancora più preoccupante perché i salari erano già diminuiti nel periodo compreso tra il 2016 e il 2022. È quanto emerge da una valutazione speciale dei dati della rilevazione della struttura dei salari 2022, pubblicata lo scorso anno dall’Ufficio federale di statistica. Nello stesso arco di tempo le cifre d’affari dell’edilizia principale sono aumentate di quasi il 20%. Una delle ragioni principali di quest’evoluzione asimmetrica è data dalle numerose trattative salariali conclusesi con un nulla di fatto.
È tempo di trovare soluzioni che garantiscano la salvaguardia del potere d’acquisto degli edili e la loro partecipazione al successo economico del settore. Con quest’obiettivo il 17 maggio è in programma una grande giornata di mobilitazione con due manifestazioni parallele a Zurigo e Losanna.