Un’apertura domenicale al mese? No grazie!

Persone partecipano a una manifestazione in una piazza con pavimentazione in pietra (sampietrini). Sorreggono uno striscione rosso con la scritta: «La domenica non si vende! Vogliamo più tempo per riposare e per vivere.» Sullo sfondo si vedono edifici storici con facciate decorate e un «kiosk». I partecipanti sventolano bandiere rosse e viola."
La Commissione dell’economia del Consiglio nazionale vuole estendere da quattro a dodici le aperture domenicali non soggette ad autorizzazione.
Alcuni partiti borghesi vogliono estendere da quattro a dodici le aperture domenicali non soggette ad autorizzazione, benché il popolo abbia bocciato a più riprese un aumento del lavoro domenicale. La loro ostinazione è dannosa per il personale delle vendite. Unia lotterà contro questo piano con tutti i mezzi a sua disposizione.

La Commissione dell’economia del Consiglio nazionale (CET-N) ha approvato a maggioranza un intervento che chiede di aumentare il lavoro domenicale. L’intervento fa capo a un’iniziativa del Canton Zurigo che prevede di estendere da quattro a dodici le aperture domenicali non soggette ad autorizzazione, consentendo le vendite domenicali una volta al mese.

Un’ostinazione inutile: il popolo è contrario all’estensione delle aperture domenicali

Già oggi numerosi Cantoni non sfruttano le quattro aperture domenicali autorizzate. La proposta è inoltre in contraddizione con la volontà del popolo: in quasi tre quarti delle votazioni, l’elettorato ha respinto un’ulteriore liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi sia a livello cantonale che comunale. Il messaggio è chiaro. Nel 2021 sia il Consiglio degli Stati sia il Consiglio nazionale avevano inoltre respinto la proposta di 12 aperture domenicali non soggette ad autorizzazione.

Liberalizzazione a scapito della salute e della vita privata

Un aumento del lavoro domenicale non farebbe che accrescere le già elevate sollecitazioni per il personale nelle vendite. Non lo dicono solo i sindacati: i medici del lavoro mettono in guardia dalle ripercussioni sulla salute di una simile liberalizzazione del lavoro. La domenica costituisce un importante momento comune di riposo, da dedicare alla famiglia, alle amicizie e agli hobby. L’aumento degli orari di lavoro eliminerebbe queste pause assolutamente necessarie e comprometterebbe fortemente la conciliazione tra lavoro e vita privata del personale.

Rafforzare la protezione della salute anziché ridurla!

Un elemento centrale della legge sul lavoro è la protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Ma un aumento delle vendite domenicali indebolirebbe proprio questa legge. Unia si batte contro l’estensione del lavoro domenicale e quindi contro un ulteriore aumento dello stress e del burnout. Lo rivendichiamo in modo forte e chiaro: la protezione della salute non è in vendita.