Mohamed, nome di fantasia, vive in Svizzera da decenni e, dopo una vita di lavoro, è ora in pensione. Come molti altri in Svizzera, percepisce Prestazioni complementari (Pc), perché la sua pensione non basta per sostenere gli alti costi della vita in Svizzera. Nel 2016 sposa Fatima, più giovane di lui, e ottiene sia il ricongiungimento familiare, sia un adeguamento delle Pc. Nel 2019 la doccia fredda: a Fatima, che secondo un rapporto medico è inabile al lavoro per gravi problemi di salute, è revocato il permesso di soggiorno e a Mohammed sono ridotte le Pc, costringendo la coppia a chiedere un aiuto sociale per riuscire a sostentarsi. I due decidono di rivolgersi al sindacato Unia e intentano una causa per opporsi a queste due decisioni. Le Pc sottratte sono state nel frattempo restituite, perché le autorità non hanno tenuto conto del principio di proporzionalità, mentre per il permesso di soggiorno si dovrà ancora attendere una decisione.
La storia di Mohammed e Fatima è solo una delle tante in cui delle Pc mettono a repentaglio un ricongiungimento familiare e quindi la sicurezza del soggiorno di una coppia. Anche altre tipologie di prestazioni possono risultare pericolose. La sovvenzione per la cassa malati, in alcuni Cantoni, non può da sola precludere, ad esempio, un rinnovo di un permesso di soggiorno, ma può influenzare negativamente la decisione in caso di presenza di altre forme d’aiuto, secondo alcune ricerche condotte da Marilia Mendes, segretaria sindacale Unia in materia di migrazione. Secondo Francesca Chukwunyere, dell’Isa di Berna, un centro di assistenza per persone straniere, «anche altri tipi di prestazione sociale, come ad esempio le sovvenzioni per la cassa malati o per la cura dei bambini, rischiano di mettere a repentaglio lo statuto di soggiorno della persona migrante». Per Chukwunyere è però difficile capire quali sono le realtà più punitive perché la legge è entrata in vigore da poco e le interpretazioni delle autorità cantonali e comunali sono tra loro differenti.