Le persone che vivono in famiglie socialmente disagiate hanno un maggior rischio di contrarre l’infezione e di morire. Più basso era il loro reddito, maggiori sono state le perdite subite a causa della pandemia. Lo si capisce dalle migliaia di colloqui di consulenze avvenuti presso i segretariati di Unia e, nel frattempo, diversi studi scientifici lo hanno confermato anche per la Svizzera.
La situazione è particolarmente difficile per chi percepisce un reddito inferiore a 4’000 franchi al mese: queste persone hanno perso mediamente un quinto del loro reddito. Solo nel settore alberghiero e della ristorazione decine di migliaia di posti di lavoro sono in forte pericolo e una impresa su 5 pensa che nei prossimi mesi sarà costretta a chiudere i battenti. Tra le persone socialmente più deboli i rischi per la salute e le difficoltà economiche causano anche un maggior stress psicologico: più dura la crisi, più la loro situazione peggiora.
Anche chi ha un impiego ritenuto sicuro, perché esercita una professione in settori cosiddetti essenziali, non ha vita facile. Quando nella primavera dell’anno scorso la pandemia ha raggiunto il primo picco e le sale di rianimazioni si riempivano, il personale addetto alle cure, alla vendita e alla logistica ha fatto gli straordinari senza lamentarsi, permettendo che la vita di tutti i giorni potesse andare avanti. Per questo ha raccolto tanti applausi. Applausi e niente più, se si escludono modesti bonus nel settore sanitario e nella vendita. Anche queste/i «eroine/eroi» della prima ora sono vittime del coronavirus, ma i datori di lavoro e le autorità preferiscono non parlarne.
Il Covid aggrava la «pandemia delle disuguaglianze sociali» che imperversava già prima. Si profila un profondo divario sociale. Contro il quale vi è una sola terapia efficace: più solidarietà e giustizia sociale. Noi rivendichiamo:
È solo una questione di volontà politica. In Svizzera vi sarebbe denaro a sufficienza per finanziare l’equilibrio sociale urgentemente necessario. Alla fine tutti approfittano di buone condizioni di lavoro e di una maggiore giustizia sociale.
Sindacato Unia 2025