Rimane intatta invece la volontà di autodeterminazione di un popolo. Le ucraine e gli ucraini hanno scelto la via della difesa del loro paese, delle sue istituzioni e del suo sviluppo economico. La loro resistenza e tenacia contro l’oppressione di un potere di gran lunga superiore è impressionante.
Come sempre, sono i più deboli e i più poveri ad essere colpiti più duramente. I più ricchi riescono solitamente a sfuggire alla sofferenza economica e ai pericoli. Il peso maggiore della guerra grava sulle spalle dei semplici lavoratori.
La pace è la condizione indispensabile per una vita dignitosa. Per questo motivo dobbiamo far tacere le armi e le bombe, sempre ed ovunque, come presupposto per una convivenza pacifica di tutti i popoli. Il riarmo e la corsa agli armamenti non potranno mai essere una soluzione sostenibile. Concentriamo invece i nostri sforzi sugli investimenti nella prevenzione delle crisi e nella protezione dei diritti umani.
La libertà dei popoli di decidere del loro destino attraverso le loro istituzioni è la condizione imprescindibile per l’esercizio e la protezione dei diritti sociali. L’autodeterminazione all’interno delle istituzioni democratiche è la condizione imprescindibile per poter difendere il proprio lavoro, un reddito equo e una vita dignitosa.
Ora più che mai è importante che la vera solidarietà tra i lavoratori si esprima al di là delle frontiere e a prescindere dalle nazionalità. Vogliamo che i profughi di guerra trovino in Svizzera un paese d’accoglienza aperto e che la Svizzera contribuisca con tutte le sue forze al sostegno della popolazione civile in Ucraina. E i paesi limitrofi che sopportano il carico maggiore dell’approvvigionamento devono essere sostenuti con rapidità ed efficacia.
Le informazioni sulle singole manifestazioni del 1° maggio nella tua regione seguono su questa pagina.