Pittori e gessatori di Unia vogliono il pensionamento anticipato
Come gli edili, anche i gessatori del Ticino possono andare in pensione anticipata. Ma per i pittori del Ticino e i pittori e gessatori della Svizzera tedesca (esclusi Basilea campagna e città) questo traguardo non è stato ancora raggiunto. Eppure l’estate scorsa tutto sembrava andare per il meglio: i delegati dell’Associazione svizzera imprenditori pittori e gessatori (ASIPG) avevano detto di sì a trattive per un modello flessibile di prepensionamento.
Un lavoro logorante
Dopo tutto il lavoro che svolgono pittori e gessatori è molto logorante: devono ripetere per ore gli stessi movimenti, spostare pesanti bidoni di colore e lavorare con pericolosi prodotti chimici. E così il 10 % degli attivi è invalido. E tra chi ha più di 55 anni si arriva al 40 %.
«Per questo noi di Unia vogliamo che questi lavoratori e queste lavoratrici possano andare in pensione da 62 anni, mentre gli edili da oltre 10 anni lo fanno già a partire da 60 anni», rileva Bruna Campanello, che recentemente è stata designata responsabile del ramo a Unia al posto di Vincenzo Giovannelli, che ha assunto altri incarichi al sindacato.
«Da tre anni stiamo elaborando in collaborazione con l’ASIPG e con degli specialisti un modello di pensionamento anticipato flessibile. Poco prima di arrivare al traguardo l’ASIPG ha unilateralmente interrotto le trattative per motivi pretestuosi e che non hanno assolutamente niente a che vedere con la salute dei pittore e dei gessatori», aggiunge la sindacalista.
Anche i delegati di Unia giudicano incomprensibile e sproporzionato il fatto che si sia giunti a questa situazione per motivi legati a una vicenda che interessa solo Unia Zurigo-Sciaffusa. Sabato scorso sono giunti numerosi all’assemblea di Zurigo per chiedere alla controparte di ritornare subito al tavolo dei negoziati. Hanno detto «con chiarezza che faranno di tutto per raggiungere il loro obiettivo», aggiunge Campanello. Unanimi, giovani e anziani, hanno chiesto anche miglioramenti salariali.
Stop al dumping
Non poteva mancare una discussione sul dumping salariale e i casi scoperti da Unia alla Goger Swiss a Zurigo. I delegati hanno sottolineato che questo fenomeno va combattuto con misure efficaci. «In particolare – conclude Campanello – hanno rivendicato un’applicazione incisiva della responsabilità solidale» voluta dal parlamento.