Lavoratrici e lavoratori provenienti da tutti i rami professionali e da tutto il Paese hanno manifestato oggi in Piazza federale a Berna chiedendo aumenti salariali. La situazione è grave. In Svizzera i salari reali sono in calo dal 2021. Non accadeva più dalla Seconda guerra mondiale. Parallelamente tutto diventa più costoso: i generi alimentari, l’energia, gli affitti e i premi delle casse malati. Le lavoratrici e i lavoratori possono permettersi sempre meno con il loro salario. Il problema colpisce con particolare brutalità le persone e le famiglie con un reddito medio-basso.
Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS), riassume la grave situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori in Svizzera: «Tutto è diventato più costoso. Oggi le lavoratrici e i lavoratori hanno meno soldi in tasca rispetto a cinque anni fa. Eppure l’economia gode di buona salute. Se i salari non vengono adeguati al rincaro, la popolazione si impoverisce. Questa politica non ha futuro. Ecco perché i salari devono finalmente tornare a crescere».
Mentre i salari medio-bassi si riducono in termini reali, anno dopo anno gli azionisti intascano importi miliardari sempre più elevati sotto forma di dividendi e riacquisti di azioni. Il divario salariale continua a crescere. Alle aziende il denaro non manca. I datori di lavoro hanno dichiarato pubblicamente che non intendono accordare la compensazione del rincaro né aumenti salariali consistenti: è una vergogna. Vania Alleva, presidente di Unia, avverte: «Non ci stiamo! Ci aspettiamo che le trattative salariali autunnali si concludano con aumenti salariali generali consistenti. Non ci accontenteremo delle briciole. Questi aumenti dei salari reali sono assolutamente necessari e per tante persone hanno un’importanza vitale. Ma un aumento dei salari reali implica la piena compensazione del rincaro degli ultimi tre anni. Ecco perché Unia rivendica aumenti salariali nell’ordine del 5%».
In realtà la compensazione del rincaro dovrebbe essere scontata, perché se il rincaro non viene compensato, a parità di lavoro le lavoratrici e i lavoratori guadagnano sempre meno. La compensazione automatica del rincaro deve pertanto essere recepita in tutti i contratti collettivi di lavoro. C’è anche bisogno di buoni salari minimi. Yvonne Feri, presidente del sindacato Syna, si batte per raggiungere questo obiettivo: «In Svizzera un elevato numero di persone lavora in rami a basso salario. Anche chi ha conseguito un diploma di tirocinio non guadagna abbastanza. Un diploma non garantisce un salario dignitoso. Dobbiamo lottare insieme per cambiare le cose. Per il personale qualificato chiediamo salari minimi dignitosi, che siano sufficienti per vivere». I sindacati si battono per garantire che non esistano più salari inferiori a 4500 franchi e che le persone che hanno conseguito un diploma di tirocinio guadagnino almeno 5000 franchi.
Che si tratti di pittrici e pittori, dipendenti della Posta e delle ferrovie, infermiere e infermieri o edili: vari esempi di categorie di professionisti dimostrano che la necessità d’intervento è grande. «Oggi siamo qui per ribadire ancora una volta che il nostro servizio pubblico è fondamentale per il sistema. C’è una mancanza di apprezzamento nei nostri confronti: ecco perché sono necessari salari adeguati e buone condizioni di lavoro, soprattutto di fronte all’aumento incontrollato dei prezzi e all’esplosione dei premi delle casse malati», commenta Beat Haldimann, postino della Posta Svizzera e sindacalista di Syndicom. Friederike Flückiger, infermiera di cure intensive da 30 anni e sindacalista VPOD, chiede una rapida attuazione dei miglioramenti previsti dall’iniziativa sulle cure. Soprattutto nelle cosiddette professioni femminili, malgrado la buona formazione la situazione retributiva è infatti insufficiente: «Tutte le statistiche dimostrano che lavorare nella sanità significa lavorare sodo in cambio di salari troppo bassi. Le infermiere e gli infermieri con un elevato livello formativo guadagnano meno rispetto ad altre categorie professionali con lo stesso livello di formazione!».
In qualità di rappresentante della generazione dei giovani, l'assistente clienti delle FFS e rappresentante sindacale del SEV Jordi D’Alessandro richiama l’attenzione sulla situazione dei giovani e sulla necessità di aumentare i salari. Esorta i giovani a battersi per i loro diritti e per salari migliori: «Noi giovani lavoratori dobbiamo prendere posizione. Ad essere in pericolo non è solo il nostro pensionamento, ma anche i nostri salari e le nostre condizioni di lavoro. Ci promettono un futuro, ma ci negano un presente dignitoso. Ci parlano di opportunità, ma ci impongono sacrifici».
Le lavoratrici e i lavoratori si battono al fianco dei sindacati a favore di salari più elevati e in vista del prossimo autunno salariale rivendicano aumenti salariali consistenti. La manifestazione è stata indetta dai sindacati dell’Unione sindacale svizzera e dalle associazioni di Travail.Suisse.
Comunicato stampa dai sindacati dell’Unione sindacale svizzera (USS) e dalle associazioni di Travail.Suisse