Il gruppo Migros annuncia un aumento del fatturato record. I risultati finanziari positivi celano tuttavia una realtà preoccupante per il personale del gigante arancione. Lo scorso anno è iniziata la più grande ristrutturazione della storia di Migros, con il taglio di migliaia di posti di lavoro. Sono previste altre ondate di licenziamenti. Anche le condizioni di lavoro nei punti vendita si stanno deteriorando in modo preoccupante: il personale, soprattutto quello anziano, è sotto pressione, i ritmi di lavoro sono sempre più serrati e gli obiettivi formulati per il personale stesso sono irraggiungibili.
Nel 2025 Migros festeggia il suo 100° anniversario. La sua reputazione è fondata sui principi di cooperazione, solidarietà e responsabilità sociale. Sono questi i valori che il primo dettagliante della Svizzera ha posto al centro della sua filosofia aziendale. «Questi principi sono costantemente enfatizzati nella comunicazione di Migros, ma sono stati messi in secondo piano per favorire un’espansione rapida e disordinata del gruppo. Adesso sono le lavoratrici e i lavoratori a pagare il prezzo di questi errori strategici: vengono messi sotto pressione o addirittura licenziati», sottolinea Leena Schmitter, coresponsabile del commercio al dettaglio di Unia.
In occasione del centenario del gruppo, Migros cambia il proprio nome in MERCI per ringraziare i propri clienti e il personale. «Unia si aspetta più di un semplice grazie. Al posto di queste azioni di marketing, chiediamo miglioramenti concreti per il personale: Migros deve aumentare i salari, ridurre la pressione sul personale, rispettare la salute delle collaboratrici e dei collaboratori e, soprattutto, rinunciare ai licenziamenti», spiega Anne Rubin, coresponsabile del commercio al dettaglio di Unia.
Il gruppo realizza ottimi risultati finanziari e ha i mezzi per investire anche nel suo personale. Unia chiede a Migros di: