La situazione sanitaria resta tuttavia estremamente incerta e aleggia lo spettro di una terza ondata: le vaccinazioni richiedono più tempo del previsto, la comunità scientifica è allarmata per le nuove varianti e gli operatori sanitari sono in uno stato di esaurimento mentale e fisico senza precedenti. Nel momento peggiore, la carenza strutturale di personale viene accentuata da personale che si licenzia o si ammala.
Le conseguenze sono drammatiche: vi sono stati datori di lavoro che hanno scelto di aggirare le quarantene del loro personale o lo hanno fatto lavorare anche in caso di un test positivo. Pazienti in ospedale e residenti fragili nelle case per anziani sono stati contagiati e vi sono stati così dei decessi che potevano essere evitati. Un circolo vizioso per un sistema sanitario vittima di successivi programmi di risparmio.
L'attacco padronale alle misure sanitarie di protezione in vigore espone non solo il sistema sanitario, ma anche le imprese stesse e il loro personale al reale rischio di una devastante terza ondata. È difficile immaginarne l’effetto sul morale della popolazione, sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori, sulla sicurezza dei pazienti e dei residenti delle case per anziani e sull’insieme dell’economia!
Non è un mistero che questa pandemia ha ampliato le disparità sociali: a pagare la fattura sono soprattutto i più precari e le loro famiglie. A livello economico, a causa delle riduzioni salariali inflitte al personale in lavoro ridotto, ma anche a livello sanitario, perché si risparmia anche sulle cure che non vengono prestate.
Noi chiediamo al Consiglio federale di mettere in atto una strategia della solidarietà che non comprometta la salute della popolazione. Concretamente chiediamo al Consiglio federale di impegnarsi adottando i provvedimenti sanitari come pure misure sul piano sociale ed economico: