Salari minimi legali

In Svizzera non è previsto alcun salario minimo legale a livello nazionale. Ma i cantoni e i comuni possono prescrivere dei salari minimi. Alcuni lo hanno già fatto.

Nei cantoni di Neuchâtel, Giura, Ticino e Basilea città si applicano salari minimi cantonali. Sono stati introdotti in seguito all’approvazione di iniziative cantonali. Anche le città di Zurigo e di Winterthur hanno approvato simili iniziative. Altre iniziative a favore di un salario minimo sono già state lanciate nei cantoni di Soletta, Basilea campagna, Friburgo, Vaud, Vallese e nuovamente nel Canton Ticino. In altri cantoni e città sono in corso discussioni.

Grafico: salari minimi regionali segnati su una mappa della Svizzera

Salari minimi legali (stato: febbraio 2024)

Introduzione: 2021

Importo:

CHF 21.70/ora
CHF 3949/mese (42 ore)

Prossimo adeguamento: 1.1.2025

Maggiori informazioni

Introduzione: 2020

Importo:

CHF 24.32/ora
CHF 4426.–/mese (42 ore)

Prossimo adeguamento: 1.1.2025

Maggiori informazioni

Introduzione: 2018

Importo:

CHF 20.60/ora
CHF 3749/mese (42 ore)

Maggiori informazioni

Introduzione: 2017

Importo:

CHF 21.09/ora
CHF 3838/mese (42 ore)

Prossimo adeguamento: 1.1.2025

Maggiori informazioni

Introduzione: 2021

Importo:

CHF 19.50–20.00/ora
CHF 3549/mese (42 ore)

Prossimo adeguamento: 1.1.2025

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Introduzione: 2023*

Importo:

CHF 23.00/ora
CHF 4186.-/mese (42 ore)

* i ricorsi inoltrati dall’Unione delle arti e mestieri ritardano l’introduzione del salario minimo sia a Winterthur sia a Zurigo. Eppure, il Tribunale federale ha già chiarito la questione dell’ammissibilità dei salari minimi come strumento di lotta alla povertà.

Introduzione: 2023*

Importo:

CHF 23.90/ora
CHF 4349.- /mese (42 ore)

* i ricorsi inoltrati dall’Unione delle arti e mestieri ritardano l’introduzione del salario minimo sia a Winterthur sia a Zurigo. Eppure, il Tribunale federale ha già chiarito la questione dell’ammissibilità dei salari minimi come strumento di lotta alla povertà.

Attacco ai salari minimi cantonali

La mozione del Consigliere agli Stati Erich Ettlin (il Centro) vuole che i salari previsti dai contratti collettivi di lavoro (CCL) dichiarati di obbligatorietà generale abbiano la precedenza sui salari minimi cantonali in qualiasi caso, anche quando i salari previsti dai CCL sono inferiori ai salari minimi cantonali in vigore.

Ne conseguirebbe innanzitutto una riduzione dei salari. A Ginevra, ad esempio, una parrucchiera guadagnerebbe fino a 1000 franchi in meno, a Neuchâtel fino a 4300 franchi in meno. In secondo luogo, la mozione aprirebbe le porte a contratti caratterizzati da dumping, stipulati tra associazioni padronali e pseudo associazioni dei lavoratori.

Alle lavoratrici e ai lavoratori dei cantoni di Ginevra e Neuchâtel verrebbero versati salari più bassi nei seguenti rami professionali

  • CCL per il mestiere di parrucchiere
  • CCNL dell’industria alberghiera e della ristorazione
  • CCL dei negozi delle stazioni di servizio
  • CCL per il settore del prestito di personale
  • CCNL per l'artigianato svizzero del metallo
  • CCL per l'edilizia secondaria della Svizzera romanda
  • CCL per il settore delle lavanderie della Svizzera romanda
  • CCL del settore delle pulizie della Svizzera romanda

Il Consiglio federale, che come i cantoni si era espresso contro la mozione Ettlin, ha dovuto elaborare un progetto di legge. Ora pronto, verrà discusso in Parlamento nella primavera del 2025.

Se il Parlamento dovesse approvare il progetto, la legge potrà essere contestata con un referendum. Fino ad allora i salari minimi cantonali e comunali restano in vigore.

Un ignobile tentativo di abbassare i salari

La mozione intende abbassare i salari di coloro che già non hanno abbastanza per vivere. Inoltre, mette in discussione la volontà popolare (l’elettorato dei cantoni che prevedono un salario minimo) e vuole privare i cantoni delle loro competenze in materia di politica sociale.

In particolare, però, l’intervento parlamentare pregiudica il vero obiettivo dei contratti collettivi di lavoro, ossia migliorare le condizioni di lavoro, non certo peggiorarle!

Ci opporremo a questo attacco insieme alle lavoratrici e ai lavoratori colpiti e continueremo a batterci a favore di salari che permettono di condurre una vita dignitosa.