L’edilizia va a gonfie vele. I libri degli ordini sono pieni, ma ovunque c'è carenza di apprendisti e di lavoratori qualificati. Invece di rendere il lavoro edile più attraente con migliori condizioni di lavoro, gli impresari costruttori chiedono ancora di più agli edili.
Gli impresari costruttori fanno dipendere l'aumento dei salari dalla disponibilità dei lavoratori edili ad accettare il deterioramento delle proprie condizioni di lavoro. «Gli edili dovrebbero sacrificare la loro salute e la loro vita privata per un aumento salariale a cui hanno comunque diritto a causa dell'inflazione. I lavoratori edili non sono disposti a questo!», afferma Nico Lutz, Responsabile del settore edile del sindacato Unia.
La spregiudicatezza delle richieste degli impresari costruttori si evince dal trattamento riservato ai lavoratori edili più anziani. Gli impresari chiedono che questi in futuro possano essere inseriti in categorie salariali inferiori e che il periodo di preavviso di licenziamento sia ridotto. Ciò significa che i costruttori vogliono rendere più facile il licenziamento di lavoratori esperti e attivi da lungo tempo per sostituirli con personale a basso costo. Per i lavoratori edili, questo attacco alla dignità dei colleghi più anziani è inaccettabile.
La protesta di oggi è parte di una mobilitazione nazionale. Gli edili in Ticino sono scesi in piazza già il 17 ottobre. Quelli del Vallese hanno manifestato il 29 ottobre. Per il 7 e l'8 novembre, gli edili della Svizzera francese hanno dichiarato le loro giornate di protesta. L'11 novembre è prevista invece una giornata di protesta a Zurigo.
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