Le vie del dumping sono infinite
La vicenda ha dell’inverosimile. L’azienda Vision Genève SA, specializzata nella ristrutturazione di abitazioni, impiegava i lavoratori di un cantiere nel quartiere dei Paquis in base alle condizioni fissate dal CCL. Alla fine del mese però versava loro meno della metà della cifra dovuta, vale a dire circa 2000 franchi al mese. Il resto era trattenuto dalla stessa azienda per l’affitto degli alloggi e le spese di elettricità.
Licenziati per sms
Gli operai, ignari delle condizioni salariali in vigore in Svizzera, reputavano che tutto fosse regolare. Solo in seguito a un controllo della commissione paritetica sono venuti in possesso dei loro certificati di salario. Constatato l’inganno, hanno chiesto al datore di lavoro di essere rimborsati. Per tutta risposta sono stati licenziati via sms durante le vacanze di fine anno. Ora due di loro, sostenuti da Unia Ginevra, hanno fatto causa contro Vision Genève. Inoltre è stata aperta una procedura per licenziamento abusivo al tribunale del lavoro (Prud’hommes).
Un nuovo espediente
Per Alessandro Pelizzari, segretario regionale di Unia Ginevra, è evidente che il caso è «un nuovo espediente per sfruttare i lavoratori». Il sindacato chiede misure più efficienti per combattere il dumping, tra cui la possibilità – analoga a quella rivendicata dall’iniziativa in votazione a Zurigo – di bloccare i cantieri in caso di sospetto fondato di abuso. Le preoccupazioni del sindacato sono condivise del resto anche da esponenti dell’imprenditoria ginevrina. Citato dal quotidiano Tribune de Genève, Nicolas Rufener, segretario generale della Federazione ginevrina dei mestieri dell’edilizia, ha affermato che «questo genere di imbrogli rappresenta una concorrenza sleale, che danneggia chi si attiene alle regole del gioco».