Quasi dieci mesi fa la popolazione svizzera ha accolto a larga maggioranza l’iniziativa sulle cure per garantire la qualità dell’assistenza sanitaria. Eppure la situazione nel sistema sanitario peggiora a vista d’occhio. Ogni mese più di 300 curanti lasciano la professione. Di questo passo, presto non sarà più possibile garantire cure e assistenza non solo di buona qualità, ma nemmeno di un livello adeguato. «Il personale è sempre più ridotto e dobbiamo essere costantemente disponibili per le sostituzioni. La politica si muove lentamente, il che è molto frustrante», afferma Natalie Dohner, infermiera diplomata e sindacalista attiva.
Mentre Confederazione e Cantoni si scaricano a vicenda le responsabilità, la crisi in atto in ambito sanitario si acuisce: nelle cure di lunga durata, entro il 2040 il fabbisogno di assistenza agli anziani e ai pazienti lungodegenti aumenterà del 56 per cento. Per coprire questo fabbisogno accresciuto serve molto più personale. Negli ospedali la situazione è altrettanto precaria: la diminuzione del personale e dei posti letto è infatti all’ordine del giorno.
La politica deve interrompere subito gli abbandoni della professione con cinque misure immediate. L’ASI e i sindacati Unia, VPOD e Syna chiedono:
Finché manca il personale necessario a garantire cure di qualità, si dovrà continuare a sopprimere posti letto e chiudere reparti, mentre le case di cura non potranno accogliere nuovi ospiti. Esortiamo gli ispettorati cantonali del lavoro a far applicare in maniera coerente la vigente legge sul lavoro e a riferire pubblicamente in tal senso.
Il personale curante non sta zitto. Per spingere la politica ad agire lancia un nuovo grido d’allarme a un anno dall’approvazione dell’iniziativa sulle cure, con un’azione sulla Piazza federale, il 26 novembre alle ore 14.30. Segnatevi la data!
Comunicato stampa congiunto di ASI, Unia, VPOD e Syna