Le misure d’accompagnamento non sono un ostacolo alla libera circolazione delle persone ma rafforzano un diritto molto importante per centinaia di migliaia di lavoratori attivi in Svizzera. Queste misure, infatti, proteggono i lavoratori dal dumping salariale provocato, non dai movimenti migratori provenienti dall’Unione europea, che sempre più spesso sopperiscono alla carenza di manodopera del paese e creano ricchezza, ma dal tentativo di alcune aziende di speculare sulle differenze salariali presenti tra Svizzera e paesi confinanti.
In Europa
Anche in Europa il problema è sentito e sono sempre di più le forze politiche e sociali che chiedono nuove regole per evitare il dumping salariale. L’obiettivo, a cui mirano le misure accompagnatorie, di avere lo stesso salario, per lo stesso lavoro, nello stesso luogo, è parte anche della nuova direttiva europea riguardante i lavoratori distaccati. Purtroppo però le forze neoliberali e conservatrici pongono degli ostacoli difficili da superare per raggiungere questo obiettivo.
Il voto
Questo conflitto interno alle forze politiche e sociali europee è emerso durante il voto: una forte minoranza (303 contro 330) composta da parlamentari progressisti si è impegnata in Parlamento a favore delle norme elvetiche a difesa dei salari, cercando di eliminare dalla risoluzione approvata le critiche rivolte alle misure d’accompagnamento. L’Uss, forte di questo segnale, ha dichiarato che la lotta continuerà e non ha escluso il ricorso al referendum. Per il momento è ancora possibile firmare la petizione a difesa delle misure d’accompagnamento.