128 volte di più: è la disparità media tra CEO e operaio
È quanto risultata dal nuovo studio di Unia sulle disparità salariale. La differenza tra chi è al vertici e chi ai piedi della scala gerarchica continua ad essere sempre molto alta. Nel 2014 è stata mediamente di 1 a 128, contro 1 a 132 dell’anno precedente.
Quasi 4,4 milioni
La disparità in alcuni casi è stata ancora più marcata. In cima alla classifica c’è Novartis (1 a 218), seguita da Roche (1 a 202), UBS (1 a 200) e Nestlé (1 a 199). Mediamente il CEO di una delle 41 imprese esaminate, che sono per la maggior parte quotate in Borsa, ha incassato nel 2014 4,368 milioni di franchi, 91'000 franchi in più (+ 5,2 %) dell’anno precedente. Da notare che i salari dei dipendenti sono migliorati nello stesso tempo di appena lo 0,8 %.
Chimica e banche
Ma naturalmente c’è chi ha ricevuto molto di più. È il caso di Joseph Jimenez di Novartis (12,7 milioni di franchi, – 8,7 %) e del collega della Roche Severin Schwan (12 milioni, + 3,5 %). Sergio Ermotti dell’UBS ha intascato 11,1 milioni (– 2,4 %) e Brady Dougan (CS) 9,1 milioni (– 7,1 %).
Continua l’impegno
Alcuni CEO hanno ottenuto molto più dell’anno precedente. Per esempio quelli di Adecco (+ 30,8 %) e di Holcim (+ 55,2 %). Ma ha fatto ancora meglio quello di Syngenta (+ 64,6 %), malgrado quest’ultima impresa abbia ottenuto risultati in calo. La forbice salariale nell’impresa dell’agrochimica basilese è passata da 1 a 85 a 1 a 144 in un anno. Il commercio al dettaglio è il settore dove la differenza è mediamente meno forte (1 a 18), seguono l'edilizia (1 a 53) e la metalmeccanica (1 a 56). Gli eccessi comunque non cessano e Unia continuerà a monitorare la situazione. Il sindacato resta convinto che in futuro il problema debba essere regolato a livello legislativo.