Nelle cosiddette professioni femminili come le cure, la vendita e le pulizie, ma anche nella pittura e gessatura, un ramo tradizionalmente a forte presenza maschile, le donne hanno rivendicato: rispetto, più salario e più tempo.
Malgrado lo sciopero delle donne del 2019, la discriminazione salariale resta, infatti, significativa. La conciliabilità tra vita privata e professionale resta un difficile equilibrismo e la discriminazione delle donne prosegue anche dopo il pensionamento. Per molte donne le rendite basse, che non bastano per vivere, sono all’ordine del giorno. Non solo: l’età pensionabile delle donne è stata innalzata contro la loro volontà e questa misura altro non è che un taglio alle loro rendite.
La presidente di Unia Vania Alleva dichiara: "Vogliamo finalmente dei progressi! Ma senza le pressioni delle piazze e nelle aziende non riusciremo a fare passi avanti. Ecco perché è necessario un nuovo sciopero delle donne. I temi in ballo rivestono un’importanza centrale e sono prettamente sindacali. Ecco perché noi sindacati sosteniamo il movimento femminista nell’organizzazione dello sciopero delle donne."
Le rivendicazioni sindacali formulate in vista dello sciopero delle donne prevedono tra l’altro:
Nel 2019 mezzo milione di donne hanno manifestato in tutta la Svizzera e oggi queste donne sono impazienti. L’odierno 8 marzo lo dimostra con chiarezza: le donne sono pronte a lottare per i loro diritti. Unia le aiuta a portare la loro protesta in strada e nelle aziende.
Foto delle azioni e delle proteste dell’8 marzo