La seconda ondata di coronavirus colpisce con tutta la sua forza le case di riposo e di cura in Svizzera. L'entità del problema si sta gradualmente delineando:
Affiliate e affiliati si rivolgono di questi tempi al sindacato Unia molto preoccupati per la palese carenza di personale in alcune strutture e per la mancata sospensione dell’attività lavorativa anche in casi di sospetta infezione da covid-19.
Mentre le autorità e i politici si concentrano sulle capacità dei reparti di terapia intensiva e sulla situazione negli ospedali. Le case di riposo e di cura sembrano essere di nuovo trascurate. Oltre a chi vi risiede, è il personale di cura che necessita assolutamente di essere protetto!
Unia chiede misure immediate alle autorità cantonali competenti:
Il personale di cura, che dovrebbe essere messo in quarantena ma è chiamato comunque a lavorare, si trova confrontato con un dilemma morale perché non vorrebbe contagiare nessuno.
Pertanto, la quarantena ordinata deve essere rispettata. Le/i dipendenti con sintomi in attesa di un test o del risultato di un test o che si trovano in isolamento a causa di una provata infezione da covid-19 non possono essere chiamati a lavorare in nessun caso.
Anche durante la prima ondata, alcuni malati a causa del covid-19 sono stati trasferiti dagli ospedali alle strutture di cura. Il sindacato Unia chiede che tali trasferimenti siano bloccati: le case di riposo non sono preparate per le cure palliative dei pazienti terminali colpiti dal covid-19, né come strutture, né in termini di personale. Tali trasferimenti sono irresponsabili anche perché i residenti delle case di riposo appartengono al gruppo ad alto rischio.
Unia invita inoltre le autorità e i datori di lavoro a prevenire con ogni mezzo il sovraccarico di lavoro del personale: le disposizioni minime della Legge del lavoro devono essere sempre rispettate e non devono essere ulteriormente attenuate in futuro. Per porre fine a una carenza di personale ancora più grave e per compensare le carenze esistenti, le autorità cantonali devono assumersi la responsabilità e garantire un coordinamento interaziendale per le risorse umane, ad esempio attraverso l’istituzione di squadre di lavoro di riserva.