Le multinazionali con sede in Svizzera sperperano la ricchezza creata dai loro lavoratori per retribuire manager e azionisti, anche in tempo di crisi. Alcune di queste aziende non si fanno scrupoli nel chiedere aiuti statali sotto forma di indennità per lavoro ridotto e, allo stesso tempo, di distribuire dividendi.
Amministratori delegati, consigli di amministrazione e azionisti stanno aggravando la crisi con il loro comportamento antisociale e sono i principali motori di una sempre maggiore disuguaglianza sociale.
Lo studio Unia del 2020, dedicato al divario salariale, mette a confronto i salari più alti e quelli più bassi di 37 aziende svizzere, di cui 33 quotate in borsa.
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