Dopo la pausa estiva, sui cantieri svizzeri si è tornato a lavorare a pieno ritmo. In questo periodo dell’anno le trattative per il rinnovo del CNM (scade alla fine del 2015) dovrebbero essere in dirittura d’arrivo, invece non sono ancora cominciate. I rappresentanti degli impresari costruttori, per un motivo o per l’altro, continuano a rifiutarsi di sedere al tavolo dei negoziati. Una cosa incomprensibile visto che il settore economicamente tira e le prospettive sono buone.
Le rivendicazioni
Cosa pensano i lavoratori edili di questa situazione lo hanno fatto ben capire il 27 giugno scorso a Zurigo. Hanno partecipato in massa alla manifestazione indetta dai sindacati, con Unia in testa, per chiedere un CNM che protegga di più, impedisca il dumping salariale e salvaguardi il pensionamento a 60 anni. Da allora niente o quasi si è mosso.
Se continua così «qui si va verso un vuoto contrattuale e conseguentemente un’escalation della situazione», afferma preoccupato Lutz. Gli edili non accetteranno infatti un semplice statu quo e sanno, dalle esperienze del passato, che uniti possono ottenere molto.
Indagine a tappeto
«Adesso che i cantieri sono all’opera noi di Unia abbiamo deciso di realizzare una votazione tra i lavoratori». Il sindacato vuole accertare, qualora la situazione non si sbloccasse, se gli edili sono disposti a difendere i loro diritti con misure di lotta, al limite ricorrendo all’arma dello sciopero. Si tratta di un’indagine a tappeto. «Entro metà ottobre vogliamo coinvolgere 30 – 35mila lavoratori in tutta la Svizzera. Per questo stiamo andando sui cantieri a parlare con i lavoratori. Li informiamo sulla situazione e vogliamo conoscere la loro disponibilità a partecipare a misure di lotta», aggiunge il sindacalista.
Clima teso
Anche i colleghi del sindacato Syna stanno sondando la loro base. Il che significa che sui cantieri i prossimi mesi potrebbero diventare caldi. «È chiaro che stiamo entrando in una fase decisiva», sottolinea Lutz per il quale l’obiettivo resta quello di intavolare trattative per migliorare il CNM. Un messaggio in questo senso è stato inviato in questi giorni a tutti gli impresari costruttori: «abbiamo spiegato la situazione e ribadito che siamo pronti a trattare». Ed è sicuramente chiaro anche per loro cosa potrebbe succedere se la situazione non si sblocca.