Contro il lavoro gratis
Si occupano molto più degli uomini dei lavori di casa, della cura dei figli e di altri aspetti della vita familiare e, inoltre, sono costrette a subire una pesante discriminazione: secondo i calcoli le donne in svizzera, in media, lavorano gratis a partire dal 21 ottobre. Per questo motivo Unia e altre organizzazioni che si battono per l’uguaglianza hanno organizzato diverse azioni di protesta.
La vendita al dettaglio
A San Gallo, Coira, Lucerna, Zurigo, Lugano e in altre città elvetiche, le donne svizzere si sono date appuntamento per chiedere la fine del lavoro gratis: quello di cura, che grava sulle spalle delle donne, per motivi strutturali e non solo culturali, e quello propriamente detto. Il sindacato Unia ha organizzato diverse azioni e ha posto l’accento sulla necessità di adeguare i salari al costo della vita galoppante nel settore terziario.
In Ticino
A Lugano, la rete nateil14giugno, di cui fanno parte le donne di Unia, ha indirizzato le proprie rivendicazioni al Parlamento federale attraverso una lettera letta pubblicamente in piazza e spedita ai/alle parlamentari ticinesi neoeletti/e. Le militanti chiedono la parità sostanziale tra uomo e donna, il rafforzamento del congedo parentale, la protezione delle madri lavoratrici contro il licenziamento e l’applicazione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.