«È ora che i salari aumentino!»
Attacco ai salari
Quel giorno il foglio domenicale NZZ am Sonntag pubblica un’intervista al presidente della Società svizzera degli impresari costruttori (Ssic), Gian-Luca Lardi. Nell’intervista Lardi critica i salari minimi, in particolare quelli per i lavoratori diplomati al primo impiego, e propone di assumere a salario ridotto i lavoratori disoccupati sopra i 55 anni di età. La reazione dei sindacati non si fa attendere : « Sono dichiarazioni assolutamente irresponsabili », chiarisce il giorno successivo Nico Lutz sulle colonne del quotidiano Blick.
Niente aumenti
Per il responsabile di Unia per l’edilizia è evidente che le dichiarazioni di Lardi vanno lette nel contesto delle trattative salariali tra le parti sociali. « Il settore edile va bene come non mai », nota ancora Lutz. « Ciononostante gli impresari costruttori per il terzo anno consecutivo non vogliono concedere aumenti salariali ». Nelle settimane successive sindacati e impresari negoziano su varie questioni ancora aperte relative al Contratto nazionale mantello (Cnm) stipulato l’anno prima e alle misure per salvaguardare il pensionamento a 60 anni. Le parti trovano un’intesa che introduce vari miglioramenti (v. area 2/2017). Ma sui salari nulla da fare : i lavoratori devono di nuovo rinunciare a un aumento.
Una petizione solida
Il tema però rimane di attualità. Per esprimere il disappunto dei lavoratori dell’edilizia per le dichiarazioni del presidente della Ssic e per sottolineare la rivendicazione di un aumento salariale, in primavera Unia lancia una petizione. Una petizione del tutto speciale : a fare da supporto per le firme non sono fogli di carta, ma mattoni. Mattoni con il logo di Unia che raggiungono tutte le regioni, circolano nei cantieri, vengono ricoperti di firme e poi tornano a Berna. Il 17 giugno, in occasione di un’azione in margine alla Landsgemeinde dell’edilizia, finiscono sulla Piazza federale, a comporre in forma tridimensionale una cifra che accompagnerà le lotte dei prossimi mesi : 150.
Meno soldi in tasca
Nei prossimi due anni i salari dovranno aumentare di almeno 150 franchi al mese : è questa la rivendicazione centrale dei lavoratori dell’edilizia di Unia. « Il rifiuto degli impresari costruttori di concedere un aumento generale dei salari per il 2017 è incomprensibile e denota una mancanza di rispetto per il duro lavoro degli edili », osserva Nico Lutz. « Negli ultimi anni a causa dell’aumento dei premi delle casse malati e degli affitti, i lavoratori si ritrovano con meno soldi in tasca. Per questo hanno assolutamente bisogno di un aumento salariale. »
Contributo per la cassa malati
L’ultimo aumento salariale nell’edilizia risale al 2014. In quell’occasione i lavoratori avevano ottenuto un aumento generale dello 0,4 % e un altro 0,4 % per aumenti individuali, equivalenti a circa 45 franchi al mese. L’anno precedente l’aumento era stato di circa 55 franchi. Già allora l’incremento dei salari teneva a mala pena il passo con la crescita degli affitti ed era proporzionalmente molto inferiore all’aumento dei premi della cassa malati. Nel frattempo il divario si è allargato. Per questo, i circa 400 partecipanti alla Landsgemeinde dell’edilizia non solo rivendicano una crescita dei salari, ma chiedono anche un contributo per i premi della cassa malati.