No al lavoro nero
La proposta mira a eliminare le attività amministrative che gravano sulle imprese nell'ambito dell'AVS. In particolare l’annuncio di nuovi collaboratori avverrebbe solo una volta all’anno, in dicembre. In questo modo però – fanno notare il sindacato e l’organizzazione padronale in una nota comune – si favorirebbe di fatto in Svizzera il lavoro nero, in tutti i settori economici.
L’AVS ne risente
Va ricordato che in base a dati del 2012, il lavoro nero rappresenta già oggi il 7,6 % del Prodotto interno lordo, vale a dire circa 47 miliardi di franchi. Ciò che implica una perdita per l’AVS e l’AI di circa 5 miliardi di franchi all’anno.
Se l’idea Niederberger passasse la situazione sarebbe destinata a peggiorare. Infatti facendo un annuncio solo una volta all’anno, diventerebbe più difficile stabilire quando è cominciato un rapporto di lavoro. Se un datore di lavoro assume qualcuno in febbraio e lo licenzia in novembre e non lo dichiara, a questo dipendente verrebbero poi a mancare i contributi. Ma si verrebbe anche a creare una concorrenza sleale tra l’impresa senza scrupoli che non versa le prestazioni sociali e quella che invece si comporta correttamente.
I vantaggio ci sono
Per lottare contro il dumping salariale nell’edilizia vodese si lavora per introdurre una «carta professionale». Se gli organi di controllo non possono disporre di informazioni aggiornate ciò sarebbe impossibile. La normativa attuale, fanno notare gli impresari costruttori vodesi e Unia, ha il vantaggio di favorire la lotta al lavoro nero e di far applicare gli obblighi legali per quanto riguarda i contributi sociali.
Unia e la federazione vodese degli impresari costruttori non contestato le semplificazioni amministrative. Creare un solo punto d’entrata per gli annunci di permessi di lavoro, imposte alla fonte e assicurazioni sociali sarebbe un cambiamento che merita di essere esaminato, concludono