Unia e Stadler Rail rinnovano e migliorano il CCL per tutti i dipendenti del gruppo in Svizzera
«Bisogna reinventare il partenariato sociale», aveva affermato il sindacalista responsabile a Unia del settore industria Pardini, durante l’incontro con Spuhler e Nick Hayeck, Ceo della Swatch, avvenuto l’11 settembre scorso. Insieme avevano deciso di impegnarsi in favore di un’industria forte in Svizzera. Alle parole adesso seguono i fatti.
Aumentano i salari
Un nuovo CCL è un segnale importante visti i tempi difficili dovuti al franco forte che penalizza l’industria d’esportazione e quelli che si preparano dopo l’esito uscito domenica scorsa dalle urne in Svizzera. «Se la destra vince è un clima glaciale quello che si annuncia a Berna», aveva affermato alla vigilia della consultazione Corrado Pardini, che in parlamento a Berna difende i colori del sindacato. Adesso la destra ha fatto un chiaro passo in avanti e i suoi obiettivi come pure quelli di Economiesuisse sono noti. Vogliono ridurre i salari, aumentare la durata del lavoro, mandare la gente più tardi in pensione e smantellare la sicurezza sociale. Per il sindacato quindi è sempre più importante salvaguardare e migliorare le condizioni di lavoro, come ha fatto con l’industriale turgoviese. Per Unia quello appena firmato è un contratto «esemplare». Prima di tutto per quanto riguarda i salari, ha spiegato Matteo Pronzini alla recente conferenza dei lavoratori di Unia del settore Mem elencando le novità dell’accordo. Esso interessa tutte le imprese del gruppo Stadler Rail, che in Svizzera ha sedi ad Altenrhein (SG), Bussnang (TG), Winterthur e Bienne. Il salario minimo è fissato a 4200 franchi al mese per chi non ha una formazione, contro i 4000 del precedente contratto. I qualificati che hanno più di 25 anni riceveranno almeno 4700 franchi e 6200 chi ha una formazione superiore.
Per anziani e giovani
Tra le novità vi è anche un compenso automatico del rincaro e un giorno di vacanza in più per tutti. Il nuovo CCL si estende anche agli apprendisti: riceveranno una paga minima e la tredicesima. È un esempio importante per i giovani del sindacato che da anni si battono per ottenere questa conquista anche nel contratto MEM. L’accordo protegge meglio i giovani, ma anche i lavoratori più anziani, vale a dire chi ha più di 58 anni. Invece di licenziarli il contratto prevede che si cercherà una soluzione come il pensionamento anticipato o un trasferimento. Questa disposizione «dimostra che è possibile risolvere il problema della mano d’opera più anziana, che oggi viene prioritariamente licenziata», ha rilevato soddisfatto Pardini.
Interinali sì, ma . . .
In questi ultimi anni nelle fabbriche è aumentato il ricorso al lavoro a tempo determinato. Anche questo aspetto è stato contemplato nel nuovo CCL. «Stadler persegue adesso l’obiettivo di non superare nell’arco dell’anno il numero medio di lavoratori interinali del 15 %», ha spiegato Pronzini ai delegati MEM di Unia, interessati alle risposte del sindacato a questo nuovo sviluppo. Dopo la decisione in gennaio della Banca nazionale svizzera (BNS) di abbandonare un tasso minimo di cambio nei confronti dell’euro, anche Stadler Rail aveva introdotto provvisoriamente la settimana lavorativa di 45 ore (comprese due ore e mezza di pausa). Il provvedimento ha ormai le settimane contate: dal primo di gennaio, quando entrerà in vigore il nuovo accordo (resterà in vigore sei anni), la durata settimanale del lavoro ritornerà a 40 ore. «In un periodo in cui le associazioni economiche e i grandi gruppi spingono verso un aumento generale del tempo di lavoro, questo CCL ricorda l’importanza della settimana di 40 ore», ha sottolineato Pardini al momento della firma dell’accordo.
Il dilemma del franco
Il problema del franco forte resta comunque una grande preoccupazione per il sindacato. Anche perché sono ormai tre mesi che aumenta in Svizzera il numero dei disoccupati. Anche le esportazioni calano e per l’industria delle macchine e dell’elettronica ciò avviene ormai da 6 trimestri. Prima che finisse la campagna elettorale Unia aveva messo in guardia che una volta chiuse le urne varie imprese avrebbero annunciato riduzioni di personale. I timori si stanno confermando: martedì la Rieter di Winterthur ha annunciato il taglio di 150 posti di lavoro e la riduzione di altri 59 posti attualmente occupati a tempo determinato. Per contrastare queste decisini un contratto collettivo come quello negoziato con la Stadler può rivelarsi molto importante. Permette infatti di coinvolgere meglio i dipendenti nella fase di consultazione (durerà 45 giorni) e di controllare meglio i tagli di personale: il periodo per conteggiare i licenziamenti collettivi passa da 1 a 6 mesi, contro i 3 previsti nel contratto Mem. Anche per questo adesso il sindacato vuole far conoscere meglio il CCL concluso per la Stadler Rail ad alte commissioni di fabbrica. Affinché serva da modello.