Amianto mortale: vietato da 30 anni, ancora attuale
Credere che il problema dell’amianto sia stato risolto del tutto, sarebbe un errore fatale.
Ancora molti decessi
È diventato evidente che il numero di malattie e di decessi legati all'amianto è aumentato anche dopo il divieto. Tuttora è ancora molto alto. La Suva prevede circa 3900 nuovi casi di tumore pleurico (mesotelioma) tra il 2018 e il 2040.
La prevenzione
La causa: durante i lavori di demolizione e risanamento di vecchi edifici possono essere liberate grosse quantità di amianto con conseguenze letali per la salute.
Dagli anni Novanta in poi un efficace lavoro di prevenzione è diventato centrale.
Risarcimento per le vittime
Con il fondo di risarcimento per le vittime dell'amianto, attivo dal 2017, è stato fatto un grosso passo in avanti per l’indennizzo e il sostegno psicosociale delle vittime dell’amianto. Inoltre, a inizio 2020, è entrata in vigore l'estensione del termine di prescrizione da 10 a 20 anni.
Rivendicazioni sindacali
«30 anni dal divieto d’uso dell'amianto» è un'occasione importante per ricordare le sfide ancora aperte e le rivendicazioni dei sindacati.
- Intensificare il lavoro di prevenzione.
- Pubblicizzare ulteriormente il fondo d’indennizzo EFA.
- Monitorare meglio le malattie tumorali causate da attività professionali.
- Unia e Solidar Suisse s’impegnano per un divieto mondiale dell’amianto.
Il rapporto di Unia sulla storia del divieto
Negli anni Ottanta, con l'aiuto di medici e gruppi ambientalisti, i sindacati hanno lanciato una campagna per la messa al bando dell'amianto e hanno avuto successo: il divieto è entrato in vigore il 1° marzo del 1990. Per saperne di più rimandiamo al rapporto: «Amianto: vietato da 30 anni, ma attuale come sempre – bilancio e prospettive dal punto di vista sindacale».